A volte una band arriva dal nulla, con un suono completamente formato pronto a riempire uno stadio. King Hannah è una di quelle.
La formazione di Liverpool guidata dalla forza creativa di Hannah Merrick e Craig Whittle è giunta con “Tell Me Your Mind and I’ll Tell You Mine”, un EP che è sia rilassante nei suoi stati d’animo che inebriante nei suoi paesaggi sonori impetuosi, contenente un suono che è sia nuovo di zecca che completamente maturo. Le loro linee di chitarra al neon e le voci intime alla luce delle torce mettono la quotidianità su un piedistallo, sollevata da fraseggi melodici che si gonfiano in trame atmosferiche dense e vorticose.
Sicuramente i riferimenti del passato sono chiari e mutuano abbastanza dai Mazzy Star, qualcosa dai Flying Saucer Attack. Sono brani che si dipanano a tinte scure in forma di ballate.
“Tell Me Your Mind and I’ll Tell You Mine” suona come a tarda notte e al mattino presto, dalla bellezza e vicinanza della chitarra acustica in apertura “And Then Out of Nowhere, It Rained”, fino al boschetto finale di chitarre distorte in “Reprise (Moving Day)”. Nel frattempo, “Meal Deal” è una fumosa americana dietro le quinte trasposta sulla precarietà di trovare un posto dove vivere; “Bill Tench” si sente come un’euforia malinconica di viaggiare in macchine veloci di notte – i tamburi passano come linee sull’asfalto con chitarre spigolose. “Crème Brûlée” è una ballata dolce e di pacata tristezza per il quotidiano, e “The Sea Has Stretch Marks” evoca una vorticosa esplorazione post-rock di ricordi cinematografici.
Craig e Hannah sanno comporre, certo si adagiano su stilemi che poggiano su una tradizione ben battuta, ma che difficilmente stanca. Il suono verte su una sei corde capace di passare da assoli all’accompagnamento senza perdere equilibrio, mentre la voce è perfettamente calibrata tra una confidenzialità crooner e foschie psichedeliche.
A mio giudizio sono veramente bravi e questo lavoro, molto molto breve, farà la gioia di tutti coloro che hanno amato i primi anni ’90!!!
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