La musica non deve avere confini perché il bello è scoprire sempre sonorità sconosciute che appaiono alle nostre orecchie nuove pur non essendole.
Per noi occidentali risulta più difficile superare quei confini credendo che l’occidente sia al centro della terra e che tutto il resto sia periferico. Ci sono culture e civiltà che i confini li vivono per poi viverli nel loro continuo superamento. In questo caso parliamo dei Tamashek, più comunemente conosciuti come Tuareg.
Caso emblematico sono il gruppo dei Kel Assouf che tornano con una collezione di brani ancora più energica e cangiante: “Black Tenere”.
Prodotto dal tastierista della band Sofyann Ben Youssef, la mente dietro l’amatissimo progetto AMMAR 808, il nuovo album rivede le credenziali del power trio e si concentra sull’energia scoppiettante e lungimirante del frontman nigeriano Anana Ag Haroun. Il nostro emana un carisma totale, indossando il suo tipico cappello Panama ed imbracciando una delle chitarre più archetipiche del rock and roll: una Gibson Flying V.
E’ il desert rock dei sodali Tinariwen – anche se Anana dopo le battaglie per l’indipendenza ed il riconoscimento dell’etnia locale si trasferì in Belgio – incrociato al fuoco di fila degli Zeppelin e degli Experience di Jimi Hendrix.
Un disco capace di scuoterci musicalmente e di farci pensare sulle condizioni di sfruttamento vissute dai Tuareg a causa dello sfruttamento occidentale delle risorse naturali del deserto loro terra da sempre.


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