Atteso album di debutto, “Ism” apre audacemente con lo spiritual ‘You Are Free to Choose”, brano che vede Junius Paul al basso, Vincent Davis alla batteria, Justin Dillard al piano e Corey Wilkes agli ottoni.
Non ci sono margini di errore. Per molti versi, “You Are Free to Choose” cattura lo spirito e l’essenza delle radici artistiche di Junius Paul. Corey, Justin e Vincent fanno invece parte del variegato panorama musicale di Chicago, artisti di talento che hanno incrociato i loro percorsi allo storico Velvet Lounge nel 2002.
Nel suo continuo sperimentare e migliorare come musicista, Junius è anche attento a portare con sé conoscenze ed esperienze di quanti sono venuti prima di lui. Prova ad essere letteralmente un ponte tra le diverse generazioni della Chicago avanguardista, suonando assieme a musicisti straordinari come Makaya McCraven (che ha anche prodotto diversi brani di “Ism”) e alcuni gruppi di Roscoe Mitchell (The Art Ensemble of Chicago).
La scena jazz di Chicago è in continuo fermento, sembra una comunità in cui tutti sono al servizio degli altri affinchè ogni disco che esca riesca a raggiungere il miglior livello qualitativo possibile, sembrano tanti piccoli circoli che poi si riuniscono sotto le ali protettrici della International Anthem Records. L’alchimia di questo lavoro parte dal lontano, da concerti che risalgono al 2016. Paul ha una lunga storia di collaborazioni con ciascun musicista che suona in questa raccolta. Il nostro è stato influenzato dal jazz, dall’hip-hop, dal soul, dal gospel e dalla musica d’avanguardia. Non ci sarà futuro senza sapere cosa ci ha riservato il passato. Questo è il modo di agire di Junius Paul.
Per fan di Makaya McCraven, Angel Bat Dawid, Ben LaMar Gay, Irreversible Entanglements, The Art Ensemble of Chicago, Shabaka Hutchings.


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