JOSH TURNER: “Country State Of Mind” cover albumNon sempre essere residenti a Nashville e suonare musica country significa essere inserito in ambito mainstream per continui passaggi radiofonici. Josh Turner ne è un esempio, incide dal 2003 e, fino al 2018, ha inciso sette dischi tutti piazzatisi tra la prima e terza posizione in classifica. Eppure la sua discografia ci mostra un autore in grado di mantenere dignità artistica proponendoci un suono che si avvale di una strumentazione vera, analogica. Ancora giovane ha pensato di dare luogo ad un album con cui rendere omaggio a coloro che lo hanno influenzato interpretando pezzi più o meno noti dei suoi musicisti preferiti e, in alcuni casi, ospitando lo stesso autore del brano.

     Diciamo la verità. Abbiamo davvero bisogno di altre nuove versioni di vecchie canzoni country? Non erano abbastanza le registrazioni originali o quelle che sono diventate le più popolari e si adattavano sempre al meglio al nostro cervello? La risposta è un ‘sì’ piuttosto clamoroso.

Ciò che rende questo disco degno di attenzione è che hai la voce irripetibile del grande Josh Turner che abbellisce queste canzoni classiche. Che si tratti di Turner che vuole veramente rendere omaggio ad alcuni vecchi grandi, o solo un modo per soddisfare il risultato finale con un contratto in scadenza, mette il suo cuore e la sua anima in questo progetto selezionando ed eseguendo le migliori canzoni dal ‘songbook’ di musica country, molte degli anni ’80 e ’90 che è così caldo in questo momento come “Midnight in Montgomery” di Alan Jackson o “Forever and Ever” di Randy Travis. Ma alcune vengono da molto tempo fa, come l’ossessionante “Alone and Forsaken” di Hank Williams, con Allison Moorer che si unisce a Josh alla voce.

Come molti dischi di cover, potresti gravitare fortemente su alcune canzoni invece di altre. Ma tutto viene eseguito con passione e riverenza, e per la maggior parte, reso con grinta e passione, c’è un gran senso del ritmo con chitarre in primo piano assieme alla sua voce baritonale. Potresti applaudire vedendo nomi come Kris Kristofferson, John Anderson e Randy Travis coinvolti in questo progetto, e potresti soffocare all’idea di Chris Janson o Maddie & Tae nei tuoi altoparlanti. Ma tutti portano un entusiasmo a questo sforzo, come i Runaway June che si uniscono alla canzone “You Don’t Seem To Miss Me” resa famosa da Patty Loveless e George Jones. È naturale e inevitabile confrontare queste canzoni con le versioni conosciute in precedenza. Pensiamo davvero che qualcuno, anche Josh Turner, farà una versione migliore di “I’m No Stranger to the Rain” di Keith Whitley? Il tema del telefilm “The Dukes of Hazzard”, Good ol’boys,” non è forse un po’ troppo sinonimo di Waylon Jennings (e forse problematico in questi tempi difficili) per lanciare una versione migliore? Ma forse per alcuni questa sarà la prima volta che ascolteranno queste canzoni, o gli artisti che ne hanno registrato la versione definitiva. I cantanti country non hanno reso omaggio ai grandi del passato per decenni solo per le loro gioie. Si spera per colmare il divario di conoscenza e attirare nuovi ascoltatori sulla vecchia musica e aprire le loro prospettive verso un’altra era. Ecco perché dovremmo celebrare Chris Janson e Maddie & Tae sul fatto che siano qui presenti, per portare quei fan all’ovile. E forse alcuni dei loro seguaci, oppure quelli di Kris Kristofferson e di Hank Williams, si rivolgeranno a Josh Turner.

È così che il cerchio della musica country rimane ininterrotto. Cinque epoche di musica country sono rappresentate in “Country State of Mind”, con l’eccezione di quella attuale. E nemmeno le selezioni dei brani sono troppo ovvie. Certo, “Forever and Ever, Amen” è abbastanza conosciuta, ma “Desperately”, scritto da Bruce Robison e originariamente registrata da George Strait, non è stata esattamente un super successo. L’unica canzone che spicca qui sia come selezione che dal punto di vista della produzione è “I Can Tell By The Way You Dance” di Vern Gosdin, che è uscita molto più contemporanea del resto del disco. Non puoi paragonarlo equamente a un record di materiale originale. Ma come disco di cover, “Country State of Mind” funziona alla grande. Essere in grado di scegliere i brani che sa di poter cantare con convinzione e rendere in modo personale e sentito dà a Josh Turner un vantaggio, cioè di dimostrarsi come uno di quei cantanti che metteresti nella breve lista dei vocalists più dotati per natura nella musica country in questo momento. Non c’è migliore illustrazione del suo tono legnoso con una gamma di bassi profondi della sua interpretazione di “Caretaker”, brano non tra i più noti di Johnny Cash, che il nostro interpreta armato di chitarra e della propria splendida ugola.

Disco veramente riuscito che speriamo possa attirare nuovi ascoltatori verso una musica che nel nostro paese non viene apprezzato più di tanto!!!


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