Attendevo con impazienza l’uscita del nuovo disco di Joan Shelley, da alcuni anni nella ristretta cerchia dei miei preferiti. Lo è per la sua capacità di scrittura, per una voce in grado di interpretare i pezzi donandoci un ascolto che riesce a emozionare ogni nostro singolo senso.
Con questo siamo al sesto album ufficiale da studio per la vocalist di Louisville, Kentucky, da più parti indicata come la controparte femminile di Bonnie Prince Billy (ospite peraltro in alcuni cameo). Bluegrass, irish folk e cosmic americana convergono in un album di canzoni finemente arrangiate con la complicità del chitarrista Nathan Salsburg. Un lavoro che aldilà del semplice revivalismo mette in campo elementi di grande contemporaneità.
“Like The River Loves The Sea” è un delizioso affresco sonoro, un poetico canto malinconico e seducente, frutto di una settimana trascorsa nella stimolante terra d’Islanda, più esattamente a Reykjavik, in compagnia del fido amico e chitarrista James Elkington e di Albert Finnbogason: musicista, autore e produttore islandese.
Sembra strano che un lavoro registrato in Islanda possa far convivere le caratteristiche tipiche del Kentucky con la terra del ghiaccio. In comune forse l’ampiezza degli spazi o forse il fatto che Bonnie Prince Billy fosse presente negli studi di registrazione (aveva registrato lo splendido “The letting go” in quei luoghi). Credo, però, sia la presenza delle due violiniste islandesi Pórdís Gerður Jónsdóttir e Sigrún Kristbjörg Jónsdóttir, l’elemento peculiare di un disco che permette all’artista di recuperare un tono più confidenziale ed intimo. La nostra possiede un profilo artistico austero e musicalmente impeccabile, capace di utilizzare arrangiamenti discreti e quasi silenziosi, un’estetica che è ancor più naturale e istintiva in questo nuovo capitolo.
La sua musica, che si muove tra ballate in perfetto equilibrio tra folk delle origini e country melodico, ha conosciuto un momento di stasi causato dal caos della vita quotidiana, lei che ha sempre ricercato un rapporto ancestrale con la natura si trovava in forte disagio. Ecco il motivo del viaggio in Islanda, una meta spirituale dove trovare un po’ di conforto per l’animo.
Un altro centro pieno nel percorso artistico della cantautrice, un esempio di integrità artistica nel mondo musicale che non ricerca alcun percorso facile per inseguire le mode!!!


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