Dopo “Memories Are Now” uscito nel 2017 per Sub Pop, torna la cantante americana Jesca Hoop con un nuovo album su Memphis Industries. Il disco – intitolato ”Stonechild” – è stato composto con la collaborazione del produttore John Parish (PJ Harvey, Aldous Harding, This is the Kit) e con Kate Stables (aka This is the Kit), Rozi Plain e Lucius ai cori. L’ispirazione del lavoro è stata attinta dal Mütter Museum di Philadelphia, dove è conservata appunto l’opera che dà il nome al disco, che mostra un feto mai nato, portato nel grembo da una donna per oltre trent’anni. Le sonorità sono vicine all’indie acustico, al folk blues e in alcuni punti ricordano Suzanne Vega, Fleet Foxes e i Grant Lee Buffalo.
La carriera di Jesca è stata lunga e tortuosa, i primi passi le valsero gli elogi di Tom Waits, poi fu la volta del tour con Peter Gabriel, infine un album di duetti con Sam Beam (Iron & Wine), poi una serie di uscite a proprio nome sempre interessanti, ma con qualcosa che non permetteva loro di essere annoverate tra le cose imprescindibili da ricordare.
In quest’occasione la Hoop scrive una manciata di canzoni in modo brillante, con grande partecipazione interpretativa e avvolte da un suono minimale capace però di essere altamente evocativo. Se vogliamo dare un termine per descriverlo userei la parola folk, ma temo che sia riduttiva perché ogni traccia in scaletta denota particolari che vanno oltre il termine.
L’iniziale “Free of the feeling” mostra un tappeto di strumenti a corda e percussioni su cui si muove una melodia con voci corali. La nostra è aiutata da Lucius così come in “Outside of Eden”, brano più vicino agli stilemi folk, è Kate Stables a supportarla vocalmente. Nella maggior parte delle canzoni è la stessa autrice a fornire tutti i tipi di vocalità attraverso l’utilizzo di multilayers. Siamo investiti da sovrapposizioni vocali che danno vita ad atmosfere strane ed alquanto inquietanti.
“Passage’s end è il momento più alto dell’intera raccolta, ha un sentimento psichedelico che ci ammalia senza possibilità di rimanerne indifferenti. Tutto il disco presenta particolari che lo rendono sempre un qualcosa in più o di diverso rispetto alla base che rimane di matrice folk.
Questo è il disco che ci si aspettava dalla nostra e che potrà imporla tra le voci femminili dei nostri giorni, che hanno argomenti e temi musicali da imporre all’attenzione del pubblico più esigente!!!


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