HOODOO GURUS – ‘Chariot Of The Gods’ cover albumCome per il loro prossimo tour per il 40° anniversario, il nuovo album di Hoodoo Gurus è stato ritardato da eventi al di fuori del controllo di Dave Faulkner, a differenza della sua decisione del 2003 di dare vita alla band dopo cinque anni di pausa dando alle stampe il loro ottavo e nono album, “Mach Schau” e “Purity of Essence”. A dodici anni dall’ultima fatica, è il familiare drumbeat della giungla dei Guru in “World of Pain” a introdurre queste 14 nuove canzoni, solo che è Nick Reith (Radio Birdman, New Christs, Celibate Rifles) a martellare le pelli. Reith ha sostituito il batterista di lunga data, Mark Kingsmill, diversi anni fa e porta una potente ventata di aria fresca.

“Answered Prayers” è stata la prima traccia pubblicata come singolo alla fine del 2019 (sì, tre mesi prima che la spina fosse staccata dai concerti in tutto il paese), e il suo titolo da solo annuncia un gradito ritorno agli spettacoli dal vivo. ‘Mi sento volubile, un po’ Travis Bickle’, ulula Faulkner nei panni di Brad Shepherd (chitarra solista), Rick Grossman (basso) e Reith che si uniscono a un roboante groove tipico di Gurus. Mostra molta della rinomata incisività della band, in modo simile a “1,000 Miles Away” da “Kinky” del 1991.

Nella grande tradizione dei Flamin’ Groovies, dei Sonics e dei T-Rex che li hanno preceduti, i Guru oscillano dal power-pop melodico (“My Imaginary Friend”) al croccante rock di chitarra (“I Come from Your Future”), e persino spruzzano buona vecchia polvere di psichedelia sulla title track. Questo disco cattura parte dell’energia vintage dei nostri e dell’atmosfera del loro primo lavoro, “Stoneage Romeos”.

Il coraggio e la crudezza di “Don’t Try to Save My Soul” punta i riflettori sulle abilità di diapositiva di Shepherd, mentre Dave dichiara: ‘Sono uno schiavo del rock and roll’ e i cantanti di supporto intervengono come le Ronettes. Wayne Connolly (con Faulkner) ha progettato alcuni dei brani più snelli e senza fronzoli della band in molti anni e il mixer Ed Stassium (Ramones, Talking Heads) ritorna dopo una semplice pausa di tre decenni. Il mix ha la voce del cantante in primo piano e al centro, che continua a cantare i suoi testi spiritosi, a volte ironici e si eccita ancora.

Escludendo il garage, che rappresentava la cifra stilistica dei due primi LP degli australiani, questo nuovo rilascio rappresenta quanto gli Hoodoo hanno presentato nel corso dell’ultimo trentennio: il perfetto equilibrio tra pezzi pop ricchi di fascino, ballate venate di romanticismo e grintosi episodi in cui le chitarre ruggiscono. Sarà la nostalgia a farmi esprimere in questo modo? Può darsi, ma vi assicuro, pur non trattandosi di capolavoro, che è eccitante farsi cullare dal suono di Dave Faulkner e soci!!!


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