GIUSTO PIO: “Motore Immobile” cover albumÈ nella natura delle cose che il Maestro Giusto Pio venga ricordato come collaboratore del celebre e celebrato Franco Battiato. La relazione tra i due fu inizialmente quella di insegnante-allievo, con Battiato a cercare il Nostro per riceverne lezioni di violino. Da qui all’elaborazione di un sottogenere pop-arty che sollevò il buon Franco dal fardello di quegli otto album sperimentali responsabili di avergli precluso il grande pubblico, il passo fu breve.

Uno dei documenti più sorprendenti del movimento minimalista italiano, “Motore Immobile” di Giusto Pio è un capolavoro con pochi pari. Prodotto da Franco Battiato nel 1979, all’inizio di un lungo e proficuo periodo di collaborazione tra i due compositori, fu pubblicato dalla mitica Cramps Records. Dopo esser passato a lungo inosservato il disco si colloca oggi all’interno di una rivalutazione più ampia di tutta l’avanguardia italiana della seconda metà degli anni ’70. È singolare, ma non solo. Si tratta di risuonare all’interno di un mondo collettivo di suoni scintillanti, uno familiare ai fan di Battiato, Lino Capra Vaccina, Luciano Cilio, Roberto Cacciapaglia, Francesco Messina e Raul Lovisoni.

La ristampa in 400 copie numerate a mano del disco pare sia stata fatta apposta per commemorare la scomparsa del compositore trevigiano, che è appunto morto all’età di 91 anni il 12 febbraio 2017, grosso modo la stessa data in cui è uscita, per la prima volta, questa bella riedizione in vinile del capolavoro pubblicato per la Cramps nel 1979. Ora viene riproposta perché non è giusto che simili opere vengano dimenticate.

La copertina dell’Lp introduce a un minimalismo dal sapore misticheggiante, grazie all’intersezione di due ampie linee che compongono una croce dal significato tutt’altro che cristiano. I due strumentali divisi per lato confermano l’impressione: la title track e la successiva Ananda, 15 minuti circa ciascuna, rappresentano una magica investigazione nei territori dell’astrazione.

Un esercizio di elegante moderazione – nota e risonanza tenuto al bisogno più implicito. Dove tutto tra radice e abbellimento è stato spogliato. Un sublime drone d’organo, contro interventi di complessità strutturale ingannevolmente semplice – eseguito da Pianoforte, Violino e Voce. Una scultura sonora che raggiunge altezze che pochi hanno toccato. Una cosa di bellezza e un album perfetto come vengono. La ricomparsa di “Motore Immobile” annuncia quella che è senza dubbio una delle ristampe più importanti dell’anno!!!


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