Howe Gelb è, sicuramente, un personaggio bizzarro. Aveva annunciato la fine dei Giant Sand ed intrapreso una carriera da crooner, mettendo in mostra tutto il suo amore per certo jazz pianistico il cui referente principale è Thelonious Monk.
L’anima indomita del rocker deve aver ripreso il sopravvento ed eccoci a parlare di un album dal titolo “Returns to valley of rain”. Come saprete l’esordio dei Giant Sand del 1985 si intitola “Valley of rain”.
Gelb ha ripreso in mano quel disco, che al tempo non lo soddisfece a causa dell’amplificazione utilizzata, per assestare al meglio ciò che al tempo asserì di non apprezzare.
Nel 2010 la Fire Records ha rieditato tutti i lavori del nostro con una certa cura per la rimasterizzazione. Ci si chiede se non fosse stato logico farla allora questa sistemazione, oppure rinunciare a ristamparlo nella vecchia e poco apprezzata veste.
Non bisogna porsi troppe domande quando si ha a che fare con musicisti quali Howe Gelb!!!
A suonare ha richiamato i due batteristi di allora, Tommy Larkins e Winston Watson, il bassista Thoger Lund e i chitarristi Annie Dolan e Gabriel Sullivan.
La scaletta del disco è completamente rimescolata rispetto all’originale, mentre la produzione rimane fedele a quei giorni dell’underground degli eighties.
È un’opera elettrica e selvaggia, atmosfere asciutte e desertiche che cercava di creare un rock in cui fossero presenti country, psichedelia, punk e new wave.
Ci si appassiona ancora a sonorità taglienti ed abrasive, per cui si è disposti a perdonare l’operazione che sa tanto di business.


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