GERI ALLEN- “Some Aspects Of Water”Come molto spesso accade è difficile che una donna venga considerata nel mondo del jazz se non è una cantante, ma se riesce ad affermarsi spesso diventa una stella di prima grandezza. Tra queste mi viene in mente la grande pianista, compositrice e bandleader Carla Bley e la pianista Geri Allen. Quest’ultima non è mai stata un’artista ordinaria a tal punto che quando scomparve due anni fa lasciò un vuoto enorme tra colleghi e ascoltatori.
Come molti altri jazzisti neri della sua generazione, la Allen si è distinta nel collettivo “M-Base” capeggiato dal sassofonista Steve Coleman. Il sound di “M-Base” era molto aperto alle contaminazioni della musica nera più popolare, dal funk al soul all’hip-hop, ed incontrò un notevole successo di pubblico, diventando un fenomeno quasi trendy alla fine degli anni ottanta. La sintesi pensata da Coleman non disdegnava l’uso di linee di basso e figurazioni ritmiche mutuate dall’hip-hop e dal funk, e i musicisti nell’orbita del collettivo erano tutti giovani promettenti che sono ancora oggi in circolazione: Greg Osby, Cassandra Wilson, Ravi Coltrane, Craig Handy, i chitarristi Kevin Eubanks e David Gilmore, il bassista Reggie Washington, il batterista Marvin «Smitty» Smith e diversi altri. Al pianoforte e alle tastiere sedeva quasi sempre Geri Allen. Ma per lei M-Base fu un momento di transizione, per quanto basilare, di un lungo viaggio musicale. Si è sempre distinta per un percorso in cui tradizione e modernità andavano tranquillamente a braccetto. Ha saputo influenzare tanti pianisti che oggi vanno per la maggiore quali Craig Taborn, Jason Moran, Vijay Iyer, David Virelles e Matt Mitchell solo per citarne alcuni.
Pensate un po’ alle coppie ritmiche con cui ha lavorato, Anthony Cox e Andrew Cyrille (“The Printmakers”) Paul Motian e Charlie Haden (“In The Year Of The Dragon”), Ron Carter e Tony Williams (“Twenty-One”), Dave Holland e Jack DeJohnette (“The Life Of A Song”). Per finire, la nostra vanta una collaborazione nientemeno che con Ornette Coleman (“Sound Museum” vol. 1&2) nell’anno 1996. Grazie a quelle incisioni venne insignita del premio JazzPar, assegnatole in Danimarca, prima ed unica donna a riceverlo.
Il 1996 vede anche la pubblicazione di “Some aspects of water” in cui la nostra suona dal vivo in contesti diversi, a partire dal trio con Palle Danielsson al basso ed il batterista Lenny White, per poi aggiungere il flicorno di Johnny Coles nel brano “Old Folks”. Infine, le due lunghe, notevolissime suites “Smooth Attitudes” e “Some Aspects Of Water”, realizzate in nonetto con l’ausilio di brillanti musicisti locali. Lenny White, in passato inarrestabile forza percussiva dei gruppi fusion di Chick Corea e Jaco Pastorius, si ricorda di essere anche un raffinato batterista mainstream. Palle Danielsson è un bassista richiestissimo e supercollaudato, non c’è da stupirsi che il trio, fin dalle prime note dell’iniziale “Feed The Fire” marci come un treno… un post-bop dotato di fantasia e dinamicità e sviluppato con direttive inedite per il tempo. Geri esibisce un bellissimo sound ed una impressionante padronanza dei propri mezzi. Un virtuosismo tenuto costantemente sotto controllo da una ferrea organizzazione stilistica ed una profonda conoscenza dei suoi numi tutelari, da Bud Powell a Herbie Hancock, passando per Bill Evans.
La lunga, seducente e multiforme suite “Some Aspects Of Water” viene impostata attraverso un dialogo paritetico con il nonetto, alternando gli impasti orchestrali dei fiati con momenti solistici molto intensi, ora lirici, ora fortemente ritmici.
La sua mancanza rappresenta un vuoto incolmabile, perché faceva parte di una generazione unica nel modo di intendere il jazz, che si è formata ascoltando James Brown, Stevie Wonder, Kool & The Gang e tutta la musica nera a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta.
Questa ristampa vuole essere un modo per ricompensarla e di tenere in vita il suo ricordo!!!


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