GENESIS OWUSU: “Smiling With No Teeth” cover album“Smiling With No Teeth” è l’album d’esordio di Genesis Owusu, artista australiano nato in Ghana che propone un mix ben equilibrato, suonato e composto di soul (sia neo- che rétro), funk, hip hop e r&b, andando a sfiorare territori cari a Prince, N.E.R.D, Childish Gambino e in alcuni momenti wave addirittura Bloc Party o TV On The Radio (“Drown”, in compagnia di Kirin J Callinan).

Il debutto di Genesis Owusu è Arte con la “A” maiuscola. Segue Kanye West e Solange Knowles nel presentare un ambizioso concept album con un tema cerebrale e sonorità sperimentali, definito dalla cura dell’autore: rapping, canto e regia. “Smiling” non è ‘hip-hop australiano’ come lo si conosce: l’avant-funk di Genesis spinge i confini e amplifica l’individualismo e la libertà di espressione. Soprattutto, l’uomo di Cranberran gemella poeticamente la sua identità di ‘emarginato’ con il desiderio di essere provocante.

In questo album si esibisce con una band formata intorno a lui dal co-fondatore della sua etichetta OURNESS, Andrew Klippel. Klippel è lui stesso un pioniere. All’inizio degli anni ’90, quando la musica australiana era incentrata sul grunge, formò il combo Eurodance Euphoria, prima di lanciare il più profondo AK Soul (che in realtà registrò con l’iconica diva house Jocelyn Brown). Per “Smiling”, il produttore ha aiutato Owusu a montare la sua Black Dog Band con il chitarrista Kirin J Callinan, il bassista Michael DiFrancesco (alias Touch Sensitive) e Julian Sudek, campione del mondo, alla batteria (Klippel suona le tastiere).

L’album si è evoluto da jam session dal vivo guidate dal cantante e non c’è da stupirsi che suoni immediato. È intriso di funk, ma è più vicino alla no-wave, al Prince dell’era di ‘Dirty Mind’ o ai NERD di qualsiasi modulo hipster attuale. Questi solchi colpiscono duramente.

Il ghanese-australiano conosce perfettamente l‘Anti-Blackness codificata nella lingua inglese. Fondamentale per “Smiling” è il ‘cane nero fantasma’ spesso associato al folklore britannico, una creatura successivamente utilizzata come allegoria della depressione da Winston Churchill. Il nostro, ha raccontato a NME, che è stato anche chiamato ‘cane nero’ come insulto razziale.

In tutto il disco, l’artista nato in Ghana mantiene l’aria di un bandleader, guidando carismaticamente ascoltatori e musicisti allo stesso modo attraverso fluidi cambiamenti di stile e genere. In alcuni brani canta, in altri rappa. Altrove, offre passaggi autocoscienti di parole pronunciate, punteggiando i suoi versi su “Waitin On Ya”, ad esempio, con gemme come ‘La tua sveglia non può disturbarti in un sonno eterno, piccola’.

Su brani come “I Don’t See Color” e “Whip Cracker”, abbandona la metafora a favore di attacchi diretti e taglienti contro razzisti, molestatori e fanatici. È il primo singolo “The Other Black Dog” che è senza dubbio il momento più bello di Owusu, che introduce la metafora centrale del disco del “cane nero” come simbolo dei mali (lotte per la salute mentale, razzismo, il caos generale del mondo) che perseguitano Owusu e fungono da filo conduttore attraverso gli stili mutevoli dell’album.

Un disco che prepara la strada all’affermazione di Genesi Owusu per diventare una star potenzialmente generatrice!!!


 

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