Il disco lo ho ascoltato già diverse settimane fa, mi ero ripromesso di parlarvene, ma con la marea di uscite degli ultimi due mesi me ne ero dimenticato. Poco male un buon disco rimane tale anche se non si è tempestivi nel recensirlo.
I GA-20 entrano di diritto tra quelle formazioni o solisti che si rifanno chiaramente a sonorità vintage, ma che cercano di renderle attuali spruzzando loro dosi di modernità. Spesso però si assiste ad uscite che sono bella oppure brutta copia dell’originale, non sono in molti coloro i quali riescono a miscelare sapientemente quei generi intrisi di tradizione con la propria cifra stilistica in modo da risultare autentici e non copie pedisseque.
Fondata nel 2018 da Matthew Stubbs e Pat Faherty, GA-20 è una band giovane e fresca con sede a Boston, Massachusetts. Stubbs è un chitarrista eclettico e da undici anni è stabilmente legato al grande Charlie Musselwhite, suonando nella sua band, ma si muove su più fronti in ambito musicale essendo anche un produttore. Il loro ultimo rilascio, “Lonely Soul”, dimostra il loro amore e dedizione all’età d’oro del blues e del rock degli anni ’50 e ’60. La totalità dell’album mantiene un suono nostalgico pur rimanendo originale e divertente. Prendono il nome da un vecchio modello di amplificatore Gibson e riescono ad avere la loro naturale e definitiva forma solo dallo scorso inverno con l’arrivo di Chris Anzalone, batterista di talento che proviene dal mondo del jazz ed attualmente facente parte della nota Roomful of Blues.
Non sono tanti coloro che si possono permettere di avere come ospiti alcuni mostri sacri quali Luther Dickinson e il Musselwhite di cui sopra. Si tratta di un lavoro che fa della semplicità il proprio punto di forza, sostenuto da un groove robusto ed incisivo e capace di coinvolgere i nostri sensi e di allentare le tensioni che ci divorano quotidianamente. La totalità dell’album mantiene un suono nostalgico pur rimanendo originale e divertente.
Fin dall’iniziale “Naggin’ on my mind”, Faherty cattura l’attenzione degli ascoltatori con una voce ringhiante e un’atmosfera da vecchia scuola, in più la presenza della slide di Luther e dell’armonica di Charlie consolidano questa impressione. La terza traccia, “One Night Man”, ricorda abbastanza il classico rock’n’roll, ma la chitarra unica e i ritmi più leggeri della batteria gli conferisco un tocco modernizzato. Il punto chiave della canzone è il rilassato strumentale che è guidato da una melodia vocale orecchiabile e ripetitiva. “Happy Today” è la quinta traccia dell’album, scritta in 11 bar blues, un altro suono molto classico. La canzone, tuttavia, è più divertente rispetto ad un pezzo di blues medio, forse a causa dell’uso di un assolo di chitarra molto caraibico che impedisce allo strumentale di diventare troppo serioso.
Non si cala mai di tono, anche “Lonely Soul” è eccitante e forse la più dinamica di tutte. Incorpora rime orecchiabili con chitarra sincopata per ottenere che si batta il piede dal godimento.
“Lonely Soul” riporta gli ascoltatori ai bei vecchi tempi senza staccarsi completamente dalle tendenze moderne. L’album è perfetto per gli appassionati che vogliono rivivere il passato o per gli ascoltatori più giovani che vogliono avere un assaggio della musica delle generazioni passate!!!


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