FATHER JOHN MISTY – ‘Chloe And The Next 20th Century’ cover albumNel 2017, Josh Tillman ha pubblicato “Pure Comedy”, il suo terzo album come Father John Misty. È stato un disco straordinario che sembrava anche un punto fermo. Apparentemente il lavoro di un uomo in preda a una crisi esistenziale – sei mesi prima della sua pubblicazione Tillman era uscito dal palco di un festival, lamentandosi che ‘la stupidità governa il mondo del cazzo perché l’intrattenimento è stupido’, deridere il suo pubblico definendolo ‘lussuria verginale maniacale e tizi del college’.

Il suo successore, “God’s Favorite Customer”, è stato ridimensionato e spogliato, il suo tenore emotivo apparentemente diretto. Ma se qualcuno pensava che ciò significasse che Josh avesse adottato un approccio più diretto all’essere un cantautore, non ha ancora finito con i grandi svolazzi. Questo seguito inizia con un’accattivante scia di ottoni smorzati, archi in svenimento e tamburi leggermente sfiorati, come una canzone perduta di un musical prima della seconda guerra mondiale. Si conclude con “The Next 20th Century”, sette minuti di immagini fantasmagoriche – che coinvolgono di tutto, dai riferimenti alla Bibbia e al buddismo a Val Kilmer – che evocano lo stesso stato d’animo di fine giornata che permeava “Pure Comedy”: ‘Ma nessuno di noi qui lo farà mai vedere la terra promessa… le cose continuano a peggiorare pur rimanendo così stranamente le stesse’.

Quell’apertura dà inizio a una serie di pastiches di genere piacevolmente specifici e ben trasformati, che tendono meno al passato del rock che a Hollywood (gli ottoni della swing band e la deliziosa orchestrazione di “Funny Girl”; il boom alla John Barry di “Q4” e “Goodbye Mr Blue”, un omaggio alla versione di Harry Nilsson di “Everybody’s Talkin’” che servì da tema a “Midnight Cowboy”).

“Olvidado (Otro Momento)” si diletta nella bossa nova dei pesi piuma che è fiorita sulla scia delle collaborazioni di Stan Getz con João Gilberto. Con le sue scintillanti chitarre tremolo e il violino piangente, “Only a Fool” accenna non tanto alla musica country quanto a quella pesantemente orchestrata, pop adulto con impronta country, che usciva dalla United Recording – lo studio di Los Angeles dove è stato realizzato “Chloë and the Next 20th Century” – alla fine degli anni ’60. Il tempo del valzer (“Everything But) Her Love” non suona come psichedelia, ma come i dischi di quel tempo che riconoscevano i cambiamenti nel pop pur essendo decisamente adatti alle famiglie: singoli di facile ascolto dei Cowsills o Harpers Bizarre che arrivavano con il profumo molto debole di patchouli e fumo di stupefacenti.

È un approccio intrigante, forse inteso a suggerire che, nonostante tutti i suoi argomenti del 21° secolo – e “Chloë and the Next 20th Century” presenta una canzone su una scrittrice di memorie infelici che finisce per ‘esprimersi per il suo privilegio’ – il modo di scrivere del nostro è portatile, capace di trascendere la sua epoca. Se questo è il caso, allora il lavoro fornisce un argomento estremamente convincente. Le sue tracce sono più che conoscere facsimili di stili vintage, perché sono uniformemente melodicamente sbalorditivi: ascolta il ritornello di “We Could Be Strangers” o il sospiro ravvicinato di “Kiss Me (I Loved You)”. La voce di Josh suona in modo fantastico dappertutto: trattenuta e contusa.

Dal punto di vista dei testi, ci sono momenti in cui si occupa di provocazioni alla Randy Newman – ‘recita la tua storia di oppressione, piccola, mentre sei sotto di me’ – ma soprattutto, si limita a raccontare storie, cariche di colpi di scena neri e comici. In “Goodbye Mr Blue”, una relazione in crisi viene riaccesa dalla morte di un animale domestico. La morte per incidente stradale della coppia in “We Could Be Strangers” viene presentata come un’occasione fortunata.

Un’opera che ci salverà dalle brutture di questo mondo che non conoscono la parola ‘Fine’!!!


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