Cover album ES- “Less Of Everything”Gruppo tutto al femminile quello delle Es che si presentano con il loro primo album, dal titolo “Less of everything”, pubblicato dalla Upset the Rhythm. Hanno un assetto inusuale, molto anni ottanta, in cui la chitarra non è prevista: Maria Cecilia Tedemalm alla voce, Katy Cotterell al basso, Tamsin M. Leach alla batteria e Flora Watters al synth.

Il messaggio che il quartetto lancia agli ascoltatori è quello di fare proprie ritmiche del passato dal sapore romantico e decadente, nonché un misto di impulsivo e nostalgico gothic rock e di post-punk scheletrico e sghembo che attraversano i decenni, ne incorporano l’essenza più cruda ed arrivano ai giorni nostri. Il risultato è un disco spontaneo, viscerale, claustrofobico che sin dalle note iniziali di “Chemical” pone l’accento su un sound di orientamento post-synth-punk: basso legnoso, continuo e monocorde, synth che crea movimento attraverso le sue variazioni e un cantato urlato molto vicino a certe cose dei Xmal Deutschland. La struttura dei brani è sempre piuttosto simile nel corso dei venti minuti o poco più della durata del lavoro. Solo piccole e quasi impercettibili variazioni di timbro che fluttuano tra punk e gothic.

Tra questi colpi di basso decisi, nelle stropicciature fosche dei synth, in una batteria densa ed avvolgente, mentre la voce di Maria Cecilia Tedemalm trasforma la palude di menzogne in cui siamo sprofondati in un flusso verbale di cantilene acide, minimali, sofferenti e sfrontate si riacquista la sensibilità a sentirsi vivi, a non perdere tempo, seduti comodamente sui nostri bei divani, a digitare un indirizzo web, postare una propria foto o lanciare un hashtag o magari offendere chicchessia su una piattaforma social perché è sempre più facile quando non lo guardi negli occhi, quando non ti metti nei suoi panni, quando non sei tu.

Le Es non si appiattiscono affatto sullo sfondo di qualcosa che è già stato suonato o vissuto in un remoto passato, ma creano il proprio riconoscibile ed artigianale sound; un suono ammaliante e pericoloso, proprio come i tempi a cui esso appartiene, sia nello spirito, che nel corpo. E non parliamo né del ’77, né degli anni Ottanta, stiamo parlando di oggi ed adesso, qui ed ora, a Londra, in Italia, in Spagna, in Cina, in America ovunque ci sia la volontà di ricominciare un’esistenza che superi quella virtuale che ci accompagna ormai da oltre un decennio.

Sicuramente adatto per coloro che necessitano di musica vera e sentita, che si rifà a stili di un tempo, ma che esprime comunque una propria personalità!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *