ELORI SAXL: “The Blue Of Distance” cover album“The Blue Of Distance”, l’album di debutto della poliedrica Elori Saxl Kramer, traccia un’originale dissertazione sul ruolo che la tecnologia gioca all’interno delle nostre relazioni con l’ambiente, sfociando in un profondo esame della memoria e del desiderio, illustrato in 7 capitoli poggiati tra minimalismo cinematografico e ribollenti basi computerizzate. In questo straordinario manifesto sonoro, che si colloca tra ambient, elettronica, modern classical e new age, è volontariamente offuscato il confine tra suoni provenienti da fonti organiche e ciò che è frutto di manipolazioni prodotte dalla tecnologia.

La Kramer, nata a Minneapolis nel 1990, compositrice di musica per media, spot pubblicitari, cortometraggi (due nomination ai Grammy Awards), impiega la propria musica per esplorare la natura e la società circostante, non disdegnando di tratteggiare ciò che sarebbe per lei un perfetto habitat virtuale. Tale visionario impeto si estende mediante esperienze dirette e una buona dose di fantasia, traendo forte ispirazione dai contrasti umorali che il contatto sensoriale con l’ambiente provoca nell’essere umano.

“The Blue of Distance” vede Elori attirare gli ascoltatori tra le montagne Adirondack in estate e nel mezzo del Lago Superiore nel cuore dell’inverno, per un album cinematografico che esprime un palpabile senso di nostalgia e speranza.

Il suo titolo è ispirato all’osservazione di Rebecca Solnit secondo cui le montagne lontane appaiono blu a causa delle particelle di luce che si perdono a distanza, come delineato in “A Field Guide to Getting Lost”, ed Elori usa quei fenomeni come metafora del curioso senso di distacco fisico della musica / immersione e familiarità sfuggente, registrazioni di un insieme di 6 elementi (violino, viola, violoncello, clarinetto, canna fumaria, oboe, fagotto) realizzate in estate, con le loro immagini ricampionate, ri-registrate attraverso i piedi sotto il ghiaccio sul lago Superiore, per creare una sfocatura assorbente tra luogo e spazio e tra gesto fisico e risonanza artificiale.

La tracklist di “The Blue Of Distance” sembra offrire varie declinazioni della musica minimalista ed elettroacustica (“Before Blue“, la estatica title track e “Memory Of Blue”) e – come succede in “Blue” – arriva ad assomigliare ad un pezzo di musica trance, mentre in “Wave II” si assiste ad un incedere industrial/trip hop.

Una mente tranquilla per i fan di Ian William Craig, Kaitlyn Aurelia Smith o dei poteri evocativi e descrittivi di Goldmund.


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