EDDIE CHACON – ‘Sundown’ cover albumEddie Chacon ha presentato tranquillamente “Pleasure, Joy and Happiness” come l’ultimo capitolo di una carriera insolita e discontinua che aveva raggiunto il picco commerciale tre decenni prima. Stupito dalla calorosa accoglienza dell’album e dai luoghi che lo hanno invitato ad esibirsi, il cantautore ha continuato i suoi viaggi e l’attività di registrazione con il simpatico produttore, tastierista e partner di scrittura John Carroll Kirby. La realizzazione del seguito è opera di Stones Throw e ha avuto luogo in una villa di Ibiza – su invito di un ammiratore riconoscente – e a casa, a Los Angeles.

Con il supporto del batterista Will Logan, del percussionista David Leach, della trombonista Elizabeth Lea e del flautista/sassofonista Logan Hone, “Sundown” è nel complesso più vivace del precedente, previsto come addio alle scene di Chacon, del 2020.

Nonostante l’aggiunta di musicisti, l’LP è un altro lavoro di sofisticata semplicità con deliberazione apparentemente evitata a favore della spontaneità. La causa è in parte dovuta alle mani attive di Leach e alla frequente presenza dei fiati di Hone, il materiale evoca un delicato jazz spirituale e brasiliano quasi quanto leviga il soul della stampa privata. Chacon è ancora una volta una specie di saggio benevolo con uno stile di scrittura laconico che si adatta alla propria voce, uno strumento ricco, dolce come il miele e leggermente frizzante come il baklava.

Sta ancora cercando di liberare la testa dai brutti pensieri (‘Pensando troppo… resistendo a malapena’, ‘Ho ricordi ossessionati al posto dei bei tempi’), ma c’è un po’ più di primavera nel suo passo in questo tempo. Il primo singolo, “Holy Hell”, è una jam carpe diem che inizia in modo positivo (‘Got each other — that’s a start’) e diventa paradisiaca quando i ghirigori del sintetizzatore di Kirby, allegri e fischiettanti come quelli di “Lowdown” di Boz Scaggs, sono accompagnati da Lea e Hone.

I testi di “Step by Step” si leggono come bromuri, ma sono trasmessi con tale calma e buona volontà che effettivamente iniziano il disco con una grazia veramente pacifica. Il passare del tempo, implicito o esplicito, è un tema costante, sia che Eddie stia lottando con esso o ignorandolo.

Entrambi i lati del rilascio terminano con pezzi che usano il sole come metafora. Sul primo lato, “Sundown” (‘ha perso così tanti amici lungo la strada’) lavora brillantemente su ritmi avvolgenti che si trasformano in un balbettio e si dissolvono. “The Morning Sun”, che combina il modo più astuto di Logan con la fascia bassa di Kirby che ricorda Larry Heard, conclude l’LP con un ritmo house organico ideale per la luce del giorno. Troppo tardi per fermarsi ora; “Sundown” sarà almeno la seconda parte di una trilogia (giusto?)!!!


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