Il nome della band può non dirvi nulla, ma lette le note tutto va ad incastrarsi perfettamente.
Il trio composto da Jason Sidney Sanford (Neptune), Thalia Zedek (Come) e Gavin McCarthy (Karate) licenzia il nuovo album per Thrill Jockey confermando la singolarità della sua proposta.
Rock angolare che si bagna nella più fosca tradizione blues, prendendo in prestito anche le più portentose avvisaglie noise-rock della East Coast.
Possiamo considerarli una sorta di supergruppo dell’indie-rock, la cui proposta da un significato all’urgenza della musica indipendente dei tardi ’80 primi ’90.
Suoni dissonanti che ci riportano a quella magnifica stagione di cui sopra, dissolvenze sonore oscure, e le voci che si alternano in modo che risulta difficile abituarsi ad un preciso riferimento.
I pezzi si alternano tra brani di grande potenza quali “Pennies”, canzoni magnetiche e disturbanti come nel caso di “Down she goes”, altre che ci ammaliano nonostante mettano in mostra un aspetto dolente come nella magnifica e straziante “Cannibal chatroom”.
Il lavoro sembra quello di un gruppo affiatato e non la somma di tre teste pensanti, ma non correlate.


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