cover album DOPE BODY- “Home Body”Quinto album per il quartetto noise Dope Body, proveniente da Baltimore. “Home Body” segna il ritorno della band dopo l’annuncio del loro temporaneo scioglimento nel 2016, a seguito dell’uscita di “Kunk”, raccolta di inediti e b-sides del disco precedente “Lifer” (2014). L’album è stato interamente registrato e mixato dalla band stessa, come conseguenza dell’isolamento durante il periodo di quarantena. Erano dati per dispersi, invece sono ancora tra noi per la realizzazione di questo EP. Al tempo la band rappresentava uno dei migliori prodotti del nuovo noise americano: dinamica, tagliente, sporca, ma anche ritmata, piaciona, melodica a tratti – ecco, forse il gruppo che sarebbe stato capace di traghettare definitivamente certe sonorità verso un pubblico più ampio, quello che non riuscirono a fare per malaugurata sorte i mai troppo celebrati Brainiac sul finire degli anni Novanta; un po’ perché la notizia passò sotto silenzio, la storia di questo progetto intrigante, avanti, che finisce così, a caso, che muore lentamente nell’indifferenza generale.

In questo nuovo lavoro i nostri sembrano spingere maggiormente il suono verso un’appetibilità groovy, evidenziando poliritmie da dancefloor, attraverso un percussionismo afrobeat, drum machines e basslines di matrice post-punk. Un EP che arriva in silenzio, proprio come la band se n’era andata. In copertina, un delizioso cadavere (questo il significato di body) adibito a fioriera, ottimo per la coltivazione casalinga di fiori e piante. Un “corpo” che suona nuovo, ritmato e uptempo a tratti, cablato con strani accrocchi per produrre qualcosa di mai sentito prima nella discografia della band.

Nei momenti più aleatori sembrerebbe essere di fronte a dei Liars che suonano in qualche rave psichedelico. Nelle situazioni più fisiche si prenda come esempo “Hermit king”, mentre alle tendenze sludgy è lasciata “Junk 75”.

L’album è molto ‘homemade’ e in alcuni momenti entrano forzature e approssimazioni come potrebbero essere considerati i sampler ambientali, la cui utilità è, forse, quella di aumentare la durata della scaletta. Sono sicuramente di più gli spunti vincenti quali il singolo “Johnny bag of smoke” un R’n’R motorik ricco di manipolazioni digitali e molto stiloso.

Dimostrano di avere un futuro radioso dinnanzi a sé, sempre che venga loro data la possibilità di dimostrarlo!!!


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