DON ANTONIO: “La Bella Stagione” cover album“La Bella Stagione” è un disco di canzoni in italiano e una raccolta di racconti brevi. Non sono la stessa cosa, e non escono necessariamente insieme ma hanno un legame chiaro, e anche una loro autonomia.

Le storie de “La Bella Stagione” sono tutte vere. Parlano del passato, e della maniera in cui il passato si ripresenta, e incide sul presente. Il libro contiene anche un cd con cinque brani, in omaggio, per chiudere comunque il cerchio con la musica. Si chiama “L’Eclissi” ed è una raccolta di canzoni che non si trovano nell’album, due in studio e tre dal vivo.

Sei anni dopo avere messo nel cassetto il progetto Sacri Cuori, quattro dopo il disco di debutto come Don Antonio, e tre dopo l’avventura americana di “The Crossing” insieme ad Alejandro Escovedo, Antonio Gramentieri rimette in pista il suo alter-ego Don Antonio con un nuovo progetto fra musica e parole.

“La Bella Stagione” è il primo disco in cui il nostro va oltre la formula della musica cinematica-strumentale e si cimenta con canzoni in italiano. Le dieci tracce del disco sono storie che esplorano memoria, esperienze, paesaggi e visioni. Un disco asciutto, realizzato nella sala di incisione de L’Amor Mio Non Muore e finalizzato a Nashville. Un disco prodotto insieme a Roberto Villa e a Ivano Giovedì che, come in un flusso di coscienza autobiografico, anche nel suono ‘tocca’ molti dei mondi e delle epoche vissute da Don Antonio. I folklori e i synth dei primi ’80, le melodie ariose e le partiture contemporanee.

Le canzoni di questo nuovo lavoro sono state composte nel giro di due anni, prevalentemente in tour, e nelle pause degli stessi, scritte in parallelo ai racconti del libro e registrate in poche settimane in Romagna, allo studio L’Amor Mio Non Muore con una formazione molto ristretta (Roberto Villa al basso e chitarre, Nicola Peruch a pianoforti, synth e organo e Dani Marzi alla batteria). Altri musicisti si sono aggiunti dopo (Arianna Pasini alle voci e chitarre, Piero Perelli e Vince Vallicelli alla batteria, Pepe Medri al bandoneon e sega musicale, gli archi curati da Vanni Crociani, i cori con Denis Valentini e Daniela Peroni), ma sempre in un contesto molto intimo, con molta attenzione a non stratificare troppo. La natura analogica dello studio di registrazione romagnolo, ha prerogative (e limiti) che rendono quel luogo quasi un laboratorio di approccio filosofico alla musica e alla registrazione, più che uno studio. Sono state registrate venticinque canzoni e ne sono rimaste dieci (dodici con i due inediti dell’EP). Il missaggio è stato curato da Ivano Giovedì e Roberto Villa, la masterizzazione da Jim DeMain a Nashville. Il progetto grafico è di Sara Paioncini su foto di Cesare Gramentieri.

Si tratta di un lavoro di cantautorato pop-rock con testi profondi e musiche che vanno a pescare nelle cose amate, da Lou Reed (“Acceso”), ad atmosfere anni ’80 (il synth e la batteria di “Batticuore”, il puro pop di “Capiscimi”), da situazioni roots (“La bella stagione”) fino ad alcune sonorità sperimentali (l’elettro-funk di “Lo Stesso”). Si rimane leggermente spiazzati ad ascoltare queste cose proposte da Gramentieri, ma il risultato finale è sicuramente apprezzabile per il coraggio dimostrato e la volontà di cambiare.

Strano pensare che un disco con queste sonorità possa essere stato il parto di un musicista italiano, ma così è, per cui siamo ben felici che lo possiate apprezzare perché si tratta di un lavoro che rimarrà a lungo nella memoria di coloro che si prenderanno la briga di ascoltarlo con attenzione!!!


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