Dom Flemons fece parte degli splendidi Carolina Chocolate Drops e nel momento in cui la formazione terminò il proprio percorso non si fece trovare impreparato ed iniziò un’attività solista. Dom ha sempre avuto passione smodata per la storia della musica americana, è un appassionato collezionista di vinile e pure un eccellente cantante e polistrumentista (banjo, chitarra ed armonica).
Come altri musicisti suoi coetanei è legato alle proprie tradizioni e cultura tanto da volere incidere un disco che parli apertamente dei “Black Cowboys” e anche far capire che la distinzione, avvenuta negli anni ’20, in base all’etnia da parte delle compagnie discografiche fu un ennesimo atto di razzismo nei confronti della popolazione nera. La cowboy music venne relegata nella categoria hillbilly music, per il pubblico bianco.
Flemons lavora in profondità per riportare a galla questa tradizione e riesce a donarci un disco stupendo, sentito e profondo.
Si avvale della co-produzione di Dan Sheey, direttore delle registrazioni Smithsonian Folkways e conta, tra i vari musicisti, gente come Alvin Youngblood Hart e Jimbo Mathus. Il lavoro si apre con un “Field Holler” cantato a cappella dal solo Flemons dal titolo”Black Woman”. Poi subito la canzone più importante di tutto il lavoro, “Home on the range”, uno dei brani più famosi delle western songs che sembra derivi dalla versione di un barista di colore di San Antonio registrata su un cilindro del 1908.
Non ci sono solo tracce tradizionali, ma anche pezzi autografi come la piacevole “One dollar Bill” che ci racconta dei cowboys neri nei film hollywoodiani oppure “He’s a lone ranger” che rappresenta la storia del primo afro-americano ad ovest del Mississippi che divenne un poliziotto a cavallo nel 1875 e fu protagonista degli arresti di molti criminali.
Non mi posso esimere dal citare “Tyin’ knots in the decil’s tail” una cowboy poetry scritta nel 1917 dal ranchero Gail I. Gardner ed eseguita con lo stile di Ramblin’ Jack Elliott in modo che si potessero legare tra loro entrambe le tradizioni dei cowboys, sia neri che bianchi. Ci si imbatte persino nella tradizione dei vaqueros messicani nella bella “Knox County stomp” con vibrante inserto di violino e accompagnamento di guitarron, strumento tradizionale usato dalle Mexican string Band.
Un’opera importante non solo dal punto di vista musicale, ma di grande valenza culturale in grado di arricchirci sotto tutti i punti di vista. Disco superbo!!!
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