I Death Valley Girls si sono formati nel 2013 a Los Angeles dall’incontro tra Bonnie Bloomgarden e Larry Schemel.
Influenzati da occultismo, moto, assassini, cultura sixties e seventies, garage e punk rock, la formazione californiana è la realtà indie lo-fi americana del momento. Pensate a una roboante miscela di doom, boogie, punk e glam rock suonato ad oggi da quattro ragazze e un ragazzo. Se pensate di udire un suono mai sentito siete fuori campo, ma se vi attendete un modo esaltante di accostare quel suono potreste avere trovato un album che fa al caso vostro.
È sufficiente l’attacco del brano posto in apertura, con un piglio garage incalzante e catchy, dal titolo “More dead” per capire perfettamente chi abbiamo di fronte.
Il gruppo stupisce non solo per la capacità di scrittura, ma anche per essere vario in termini di suono ed arrangiamento che permette di non far calare mai l’attenzione. In questo viene in aiuto la durata del disco, poco più di mezz’ora.
Si viene catapultati da un pezzo all’altro senza mai poter dire di esserci annoiati. “(One less thing) Before i die” è una traccia che fa fuoco e fiamme e si inserisce di diritto tra gli anthem proto-punk, “Disaster” è puro R’n’R dinamitardo e acido a cui viene innestato un sax ululante, “Abre camino” sono i Cramps più selvaggi.
Ancora uno strike con il pezzo “Tv in jail on Mars” che con il suo andamento ipnotico ci fa viaggiare come ai bei tempi dei trip lisergici su una navicella che ci condurrà in luoghi ameni.
È un disco di chiaro stampo underground, ma che possiede le qualità per farsi apprezzare da un pubblico vario, perché in fondo si tratta di un lavoro che calza a pennello con il titolo di un vecchio disco degli Stones, vi lascio indovinare quale!!!


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