Avere la possibilità di incidere per la Neurot Recordings ed essere considerato la cosa più eccitante ascoltata da tempo da parte del chitarrista e cantante dei Neurosis, Steve Von Till, è sicuramente un bel biglietto da visita.
I nostri sono un gruppo brasiliano e questo è il terzo album della loro discografia, ma non avendoli mai ascoltati prima d’ora, per me è come se fosse l’esordio. La loro proposta musicale ti investe come un fiume in piena lasciandoti livido alla fine dell’ascolto.
Se il precedente album dei DEAFKIDS, “Configuração Do Lamento”, ha catturato al meglio l’attitudine del gruppo scavando in profondità nel proprio discordante universo musicale, “Metaprogramação”, spinge questi elementi verso nuovi limiti. La band imprime uno scenario psichico di stampo ‘futuro-primitivista’ alla sua musica facendo questa volta perno su impulsi elettronici, sequenze di delay e noise, chitarre lamentose e ritmi frenetici che rimbalzano aggressivamente tra i diffusori. Le canzoni sono urgenti ma fluide, si sciolgono e si dissolvono l’una nell’altra, culminando in un selvaggio viaggio psichedelico che è destinato a raggiungere la mente attraverso il corpo in una sequenza davvero inebriante.
L’essere cresciuti in una nazione piena di problemi e difficoltà come il Brasile ha permesso ai nostri di creare una proposta in cui viene presentato come possa essere l’uomo odierno con i suoni giusti per poterlo rappresentare. Ancora più che in precedenza il trio sudamericano fa largo uso di campionamenti della musica tribale della propria terra miscelandoli a partiture digital hardcore e suoni estremamente psichedelici.
Se crediamo che la musica abbia una valenza culturale allora questo album è credibile ed importante al di là dell’impatto sonoro!!!
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