Discutendo con amici e clienti sullo stato attuale della scena musicale mi sento spesso obbiettare che non esca più nulla di interessante, che sia già stato tutto scritto e suonato, in definitiva che la musica sia morta.
Il mio punto di vista è diverso, sono facilitato dal fatto di essere un addetto ai lavori, ma settimanalmente escono una valanga di lavori tra novità, ristampe, riscoperte e riedizioni che non sai da che parte iniziare.
Non tutto è di livello qualitativo eccellente, ma posso assicurare che di dischi che meritano l’ascolto se ne pubblicano ancora.
Uno di questi è l’album dei Darto “Human giving”. Si tratta di una band di Seattle, multietnica, giovane ed anche eccentrica.
La formazione è composta da Gordon De Los Santos, Gregory Flores, Candace Harter e Nicholas Merz.
Che musica propone il quartetto? Spesso le presentazioni delle case discografiche sono fuorvianti, infatti Alec Dartly della Aagoo records parla di Americana, forse per l’uso di alcuni strumenti tipici del genere, forse per scherzo, fatto sta che una moltitudine di recensori ha seguito pedissequamente le istruzioni!!!
Credo che si possa parlare di un’opera in cui convivono vari tipi di suono dall’alt-pop al folk.
Il disco è stato registrato in un arco temporale durato un anno e mezzo in cui i nostri si sono astenuti dal fare concerti e si sono concentrati unicamente sul lavoro in studio.
Si parte con i ritmi lenti ed avvolgenti di “I am” che prosegue quella linea immaginaria che parte dai Velvet, prosegue con gli Yo La Tengo e non si spezza mai.
“Omniscient” è un pop magniloquente solcato da un’elettronica mai invadente.
Le distorsioni caratterizzano “Fell III” il cui cantato non può non ricordare il Nick Cave crooner degli ultimi vent’anni.
“Truss” è un brano che mi ha riportato alla mente i Fiery Furnaces, ha un andamento quasi flamenco, ma elettrico ed elettronico, che riesce a mantenere un notevole pathos.
Il country gotico è protagonista in “Charachter study” in cui si materializza un paesaggio spettrale e desolato.
Il pezzo di chiusura “America storyteller” è di angelica beatitudine che ci riconcilia con il mondo esterno.
Un’opera di sostanza che una volta terminata si ha voglia di riascoltare.

Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *