Ricordo come fosse ieri l’uscita del primo album di Jim White “Black eyed Jesus” , ma in realtà sono già trascorsi vent’anni dalla sua pubblicazione su Luaka Bop l’etichetta di David Byrne che lo lanciò grazie al suo enorme intuito.
Per la stessa etichetta uscirono anche i quattro albums successivi che coronarono un periodo di grandi soddisfazioni.
Rimane comunque un musicista culto, uno dei pochi che possa veramente fregiarsi di tale appellativo.
Jim nacque in California, ma all’età di cinque anni si trasferì a Pensacola, Florida.
Durante la sua adolescenza rimase fulminato dalla musica gospel e tale caratteristica se la è portata appresso fino ai giorni nostri.
Nella vita ha fatto un po’ di tutto dall’attore di commedie al tassista, dal lavapiatti al modello per Armani e Versace, dal pugile al surfista professionale!!!
Ha vissuto parecchi momenti bui (tossicodipendenza, depressione, tragedie familiari). Nonostante tutto è riuscito a portare avanti una carriera musicale da cui ha ricevuto soddisfazioni in forma di collaborazioni quali Victoria Williams che canta nel brano “Angel Lord”, il trio britannico Morcheeba che produsse e suonò in tre canzoni su “No such place”, Aimee Mann e Bill Frisell appaiono su “Drill a hole in that substrate and tell me what see” che fu prodotto da Joe Henry, Tucker Martine e da White stesso.
Mi è capitato tra le mani, a sorpresa, il nuovo lavoro del nostro dal titolo “Warfles, triangles & Jesus” che è dato alle stampe dalla Loose records.
Il risultato è un’opera ambiziosa tra roots ed arrangiamenti orchestrali.
Ci colpiscono la bontà della scrittura e la eterogeneità dei generi. Si trova Old Time Music, Blues e Country, ma anche Cole Porter e piccole porzioni di elettronica, il tutto miscelato ad arte.
Il brano inaugurale “Drift away” ha una base tastieristica su cui si adagiano arpeggi, banjo e ritmica spazzolata per raggiungere la forma definitiva di un’antica ballata irlandese.
Viene riproposta “Long Long day” in versione marcetta teatrale. “Playing guitars” è un puro country come Dio comanda che sembra un’oscura sessione della Sun Records.
La chiusura è affidata a “Sweet bird of mistery” in cui il piano e gli archi ci portano direttamente in paradiso.
Jim è un personaggio pieno di passione e personalità e il disco in questione ne è un perfetto esempio!!!

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