Avevo un cliente che possedeva una passione smodata per Colin Linden ed in generale per tutti i nomi minori che popolano il sottobosco della nostra musica.
Colin è canadese, chitarrista sopraffino, gran produttore, membro permanente dei Blackie & The Rodeo Kings e supervisore della parte musicale della serie TV “Nashville”.
Luther Dickinson è certamente più conosciuto, fondatore dei North Mississippi Allstars, membro dei Black Crowes, collaboratore di tanti musicisti e intestatario di una propria discografia solista.
Entrambi prediligono una musica di sostanza, magari rivolta al passato, piuttosto che suoni che tentino di essere alla moda per attirare l’attenzione.
“Amour” è un lavoro e un percorso rigenerante nella musica americana il cui tema conduttore riguarda le relazioni amorose sia quelle appaganti che quelle frustranti. Si tratta di un disco che a livello sonoro si muove alla riscoperta di pezzi composti o resi noti nel periodo tra gli anni quaranta e i settanta. Il risultato non si discosta dal metodo musicale di Ry Cooder, cioè riuscire a rendere attuali brani di altre epoche attraverso suoni elettroacustici in un perfetto equilibrio tra tradizione e il suo arricchimento.
Non pensiate che il risultato sia un album accademico perché invece è pregnante di anima e coinvolgimento. Provate ad ascoltare la doppia versione di “Careless love”, la prima con uso di slide e chitarre steel, la seconda resa sopraffina dalla voce morbida e suadente di Rachael Davis. In entrambe non appare nulla di scolastico, ma una interpretazione che va a fondo della composizione per donarcela in una nuova veste.
Altre canzoni subiscono lo stesso trattamento, basti pensare a “For the good times” di Kristofferson molto onirica, a “Dearest darling” un blues con un uso della resofonica molto minimale e raccolto.
Pur trattandosi di tracce che risalgono a tanti anni fa, nelle mani dei nostri manifestano una attualità indiscutibile, merito anche dei Tennessee Valentines che con grande gusto abbelliscono ogni passaggio.
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