Clamoroso fu il successo un paio di anni fa dei Cigarettes After Sex con il debutto omonimo. A due anni da quella uscita tornano a farsi sentire e lo fanno pubblicando il loro nuovo disco intitolato “Cry”. Registrato durante una serie di sessioni notturne in una villa sull’isola spagnola di Maiorca, Il frontman Greg Gonzales parla così del lavoro: “Il sound di questo album è legato a questo posto. Fondamentalmente vedo questo lavoro come un film. Girato in questo posto esotico ed incredibile, il video mette insieme tutti questi personaggi e queste scene diverse fra loro, ma alla fine tratta di amore, bellezza e sessualità. È un racconto molto personale di cosa significano queste cose per me.”
Un’opera prima che si sgonfiò rapidamente alla prova del palco. Sì, perché se nei live club più raccolti la proposta funzionò, le cose non andarono altrettanto bene negli spazi open dei grandi festival, quando l’atmosfera si perdeva in ambienti troppo grandi per essere controllabili attraverso suoni tanto flebili.
Il bianco e il nero continuano a dominare nell’estetica e nei suoni dei nostri impegnati a non spostare una virgola rispetto alle dieci canzoni dell’apprezzato esordio, per cui ad un orecchio non particolarmente attento risuoneranno ancora gli echi di Beach House e David Lynch, toni chiaroscurali, una voce androgina che narra bedroom stories. In realtà mi sembra di percepire tra le righe del suono un afflato maggiormente pop, sia nella costruzione ritmica dei versi, sia nell’uso delle tastiere che non sono più deputate a costruire quel sottofondo sonoro entro cui si immergono gli altri strumenti, ma utilizzate in modo adeguato come strumenti di pari dignità rispetto agli altri.
L’equilibrio non sempre funziona, quando è a fuoco il tono malinconico è anche piacevolmente sognante come nell’ottimo singolo “Heaven”, mentre altrove sembra sempre di ascoltare la stessa canzone anche se non è propriamente vero.
I brani sono fortemente evocativi, spazzolati e raffinati, notturni e minimali, ma si rischia di prenderli per un semplice sottofondo per un pubblico di innamorati dalla lacrima facile.
A questo giro si deve parlare di un momento interlocutorio che, in futuro, potrebbe non bastare più!!!


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