CHRISTY MOORE – ‘Flying Into Mystery’ cover album‘Questa volta il processo di registrazione è stato molto diverso’, riflette Christy Moore a proposito del suo nuovo album, cui – in assenza di esibizioni dal vivo – ha dedicato, a partire dal maggio del 2020, tutte le sue energie e attenzioni. ‘Ancora una volta’, aggiunge, ‘ho avuto il privilegio di ricevere alcune grandi canzoni che mi hanno tenuto occupato’: si riferisce a pezzi firmati da Ricky Lynch, Paul Doran, Wally Page, Tom Tuohy, Jim Page e Mick Hanly (“All I Remember”, che aveva già cantato nel secondo album dei Moving Hearts) oltre che da Gary Moore e da Bob Dylan, che, in scaletta, si affiancano ad alcuni brani tradizionali e a un paio di pezzi di sua composizione. Jim Higgins, Seamie O’Dowd, Gavin Murphy, Mark Redmond, James Blennerhassett e Andy Moore sono i musicisti che lo accompagnano in questo ennesimo, affascinante viaggio tra Irish folk e canzone d’autore interpretati con un carisma e una passione senza confronti.

Christy Moore una volta si è descritto come un ‘portatore di notizie’ – e non si è mai tirato indietro dal ricordarci dove siamo veramente. Purtroppo, le notizie non sono migliorate molto di recente. Di conseguenza, c’è un’atmosfera generalmente malinconica, a volte pessimista, in gran parte di “Flying Into Mystery”, il cui effetto cumulativo è quello di confrontarci con i problemi sempre più gravi della giornata.

In quest’ultimo offerta il veterano trovatore irlandese si trasforma in una performance vintage su una dozzina di canzoni raccolte da compagni di viaggio e dalla storia, insieme a una manciata di sue. C’è un accompagnamento strumentale, anche se non invasivo, trattandosi di un lavoro di lockdown realizzato in uno studio improvvisato, ma l’accento cadenzato di Moore rimane, come sempre, dominante. Il numero principale (e il singolo) è “The Clock Winds Down”, un commento aspro sul riscaldamento globale di Jim Page – ‘Ehi vecchio, cosa hai fatto? Dipendevamo da te’ – ma Christy può vagare senza sforzo attraverso la storia e gli stati d’animo: è un riassunto potente e apocalittico del pasticcio globale che abbiamo combinato con la nostra incessante avidità e indifferenza.

Con il cambiamento climatico costantemente nell’aria, molte altre canzoni arrivano con l’odore della campagna che le ammanta. C’è anche una riverenza per le meraviglie della natura, non ultimo in una bella interpretazione di “Johnny Boy” di Gary Moore. Allo stesso modo, la title-track (scritta da Tony Boylan e Wally Page), la traccia di Tuohy-Connaughton, “Gasun”, e la versione di Christy di “Myra’s Caboose” hanno colpito nel segno. Il tradizionale “Van Diemen’s Land” colpisce ancora con il suo racconto degli orrori del trasporto in Australia per il crimine di bracconaggio, mentre “All I Remember”, registrato nel 1981 e ripreso qui, evoca la crescita in un’Irlanda repressiva degli anni ’50. Anche “Bord Na Móna Man”, a firma autografa, è una reminiscenza comica di un’epoca in cui il taglio del manto erboso era una caratteristica della vita nazionale.

“December 1942” di Ricky Lynch è un agghiacciante racconto dell’Olocausto, e la cover di Moore di “I Pity The Poor Immigrant” di Dylan non potrebbe essere più rilevante, con la voce triste e caratteristica del cantautore irlandese. Il bardo di Hibbing ricompare in “Zozimus And Zimmerman”, che applica uno stile ‘Lisdoonvarna’ a un vivido ritratto di un concerto di Dylan a Dublino che è così coinvolgente che si desidererebbe di essere stati presenti.

La voce del nostro è solidamente espressiva. E ha ancora quell’istinto infallibile per la canzone narrativa. Un album di Christy Moore non è mai meno che provocatorio. Ma questo lo è anche più del solito. Vogliamo questo disco. Ma sicuramente ne abbiamo ancora più bisogno. “Flying Into Mystery” è un grande lavoro e un vero contendente per l’album dell’anno.


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