CHRISSIE HYNDE – ‘Standing In The Doorway: Sings Bob Dylan’ cover albumL’ultima uscita dei Pretenders, “Hate For Sale”, è stata sicuramente una delle cose migliori partorite dal gruppo negli ultimi trent’anni. Purtroppo la pandemia ha bloccato il gruppo che non ha potuto intraprendere un tour per promuovere il disco. Il tempo a disposizione è stato sfruttato dalla Hynde per realizzare un tributo a Bob Dylan. Il disco ha visto la luce (per il download) qualche giorno prima dell’ottantesimo compleanno di Bob, ma l’uscita fisica è arrivata nei negozi alla fine di agosto.

La frontwoman dei Pretenders è stata colpita da un fulmine d’ispirazione lo scorso anno, dopo che il compagno di band, James Walbourne le ha inviato la nuova opera di 17 minuti di Dylan, “Murder Most Foul”. Di conseguenza, la coppia ha deciso di approfondire il catalogo del grande cantautore, inviando idee per gli arrangiamenti e le loro rispettive parti avanti e indietro tramite messaggio di testo fino a quando non potevano essere masterizzati da Tchad Blake in un secondo momento.

Nonostante la natura rozza della loro registrazione casalinga, queste nove cover hanno sia un fascino che un rispettoso senso di deferenza. Hynde ha saggiamente evitato i brani più noti nel canone di Dylan, rubando invece da album come “Shot of Love” del 1981 (“In the Summertime”, “Every Grain of Sand”), con demo rare come la tranquilla frenesia di “Blind Willie McTell” e “Tomorrow”. Quest’ultimo è un punto culminante su un album acustico prevalentemente sobrio, con la bella voce di Chrissie integrata da morbide armonie e un semplice riff di pianoforte. Quella stessa voce fa miracoli nel solenne “Standing in the Doorway” guidato dal pianoforte.

La natura essenziale di queste cover è sia piacevole che frustrante, a seconda della canzone. Lo strimpellare sciolto e il tamburello di “Don’t Fall Apart on Me Tonight” sono in netto contrasto con il pop datato e dai bordi morbidi dell’originale e probabilmente lo migliorano; la graffiante, lo-fi “In the Summertime” elimina la vivace chitarra elettrica di Dylan per qualcosa di più crudo, con il suo riff di organo Hammond in agguato. D’altro canto, è difficile immaginare come una cover, per quanto sognante e piena di respiro, possa eguagliare la versione di Dylan di “You’re a Big Girl Now”.

Ci si chiede cosa avrebbe potuto essere con una band al completo in un ambiente di studio, ma tali progetti di blocco sono sicuramente destinati a mantenere un certo senso di alchimia non elaborata e non filtrata. Ci sono frammenti di tale fascino in evidenza, anche se è certamente difficile vedere come gli ascoltatori che non sono fan né di Hynde né di Dylan possano trovare molto a cui aggrapparsi.

Tuttavia, questo è sia un ascolto piacevole che un degno tributo a uno dei grandi!!!


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