Mingus è il mio jazzista preferito, il primo che ascoltai nel momento in cui decisi cha anche il jazz non poteva sottrarsi ai miei curiosi ascolti. Il contrabbassista era un talento di livello superiore, a tal punto che ci si poteva chiedere come mai a lui tutte quelle doti e ad altri, invece, molto meno. Soprattutto consegnarlo nelle mani di un personaggio così irascibile, forte ed odioso. Al di là di queste considerazioni la registrazione di Antibes è considerata da molti come la più popolare di Mingus.
Registrato live nel luglio del 1960 all’Antibes Jazz Festival, Juan-les-Pins, Francia, da Dannie Richmond e prodotto da Neshui Ertegun. Sicuramente nel 1960, i fan del jazz non conoscevano ancora i dischi di Charles Mingus “Blues and Roots” e “Mingus Ah-Um” quando il 13 luglio di quell’anno andarono all’Arena Pinede Gould in occasione dell’Antibes Jazz Festival, in Francia.
Comunque sia, come si può vedere in un breve video clip che ha immortalato il concerto, non erano rimasti posti liberi. Per l’occasione Mingus portò con sé Eric Dolphy e Booker Ervin, due grandi del sax e inoltre c’era anche un trombettista davvero eccellente, il cui nome più tardi sarebbe diventato famoso in tutta Europa, Ted Curson. Ma non finisce qui: il leggendario Bud Powell, che viveva in Francia, fu invitato come ospite per prendere parte ad un pezzo che richiedeva il pianoforte.
Questo evento eccezionale, registrato dalla ORTF (Office de Radiodiffusion-Télévision Francaise) e pubblicato ufficialmente dalla Atlantic Records, viene oggi riproposto, dopo anni di assenza dal mercato fonografico, da casa Speakers Corner.
In “Mingus at Antibes”, il Jazz Workshop, come Mingus chiamava la sua formazione, propone un repertorio con cui tutti i musicisti erano a loro agio: “Better Git It in Your Soul”, “Wednesday Night Prayer Meeting” e “What Love?”, in cui spicca un meraviglioso assolo di Dolphy al clarinetto basso.
A questi si aggiungono “Cry for Freedom”, “Prayer for Passive Resistence” e “Folk Forms”, noto anche come “Ummh”. Come segno di rispetto nei confronti dell’ospite Powell venne deciso di suonare “I’ll Remember April”, con l’improvvisazione del pianista che è stata entusiasticamente applaudita dal pubblico.
Questo lavoro è un raro e prezioso documento sonoro che è parte integrante degli annali della storia della musica, ricco di elementi come può esserlo il delta del Mississippi e raffinato come un Martini servito al Village Vanguard. Il linguaggio di Mingus era universale, non per sé stesso, ma per tutti!!!


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