Anticipato dal singolo “Slender, Sad & Sentimental”, “In All Weather” è l’album di debutto come solista della songwriter Josienne Clarke, uscito su Rough Trade, prodotto assieme a Sonny Johns (già al lavoro con Fatoumata Diawara e Polar Bear). È un tentativo di mettere ordine artistico e sentimentale dopo la rottura con Ben Walker, chitarrista con cui formava un duo e che amavano definirsi la controparte inglese di Gillian Welch e David Rawlings nell’ambito del folk.
«Imparare a navigare con qualsiasi tempo, per citare la riga di testo da cui proviene il titolo dell’album, è ciò che tutti stiamo cercando di fare», spiega Josienne. «Raddrizzarci quando le cose sembrano turbolente e incerte. Saper correggere il tuo corso e rimanere fedele alle cose in cui credi e di cui hai bisogno lasciando andare tutto il resto». E aggiunge: «Queste non sono canzoni d’amore, queste sono canzoni di vita; linee di vita per salvarmi dall’affondare. Ognuna di esse è una lezione duramente acquisita riguardo a cosa non fare la prossima volta. È un manifesto su come andarsene e come cambiare».
Dopo aver trascorso un decennio come parte di un celebre duo popolare da camera con Ben Walker, Josienne “ha rotto con tutto tranne il songwriting” e si è trasferita nella remota isola di Bute in Scozia per abbracciare il concetto di “oneness”. Questo album sembra una nuova partenza, è quello che ci suggeriscono alcune canzoni dotate di una leggerezza pop in precedenza sconosciuta (“Seconds” e il singolo apripista, “Dark cloud” con il suo incedere nella penombra e “If i didn’t mind” che richiama un po’ i The National). Ci sono ricercati momenti elettro-acustici splendidamente pennellati da una band composta da Elliott Galvin al piano, Dave Hamblett alla batteria, Mary Ann Kennedy all’arpa e Sonny Johns alla sei corde e al basso che è anche produttore. Se dal passato la nostra artista ha messo in disparte gli aspetti più bucolici della propria musica, non ha sicuramente dimenticato come si canta. Mai la sua voce era stata così sensuale ed espressiva che quasi mi verrebbero da proporre paragoni con una divinità del folk-rock britannico, cioè Sandy Denny.
Ascoltate la memorabile ballata “The Drawing of the line” in cui emerge tutta la sua abilità di compositrice nel blend con soffici orchestrazioni e la malinconia del folk, oppure la commistione tra jazz e folk di “Onliness” dalla soave eleganza.
Bel disco da gustarsi con attenzione per scoprire lentamente tutti dettagli di cui è dotato e per farsi ammaliare dalle sfumature di una vocalità meravigliosa come quella della Clarke.


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