Fino al 2016, anno di uscita di “Mangy love”, definito da tanti miglior album di quell’anno, il nome McCombs era per pochi “eletti”, molto più apprezzato tra i colleghi di quanto fosse tra gli ascoltatori.
Ora, invece, sembra giunto il suo momento, dopo tanti lavori belli, ma passati inosservati.
Diversamente dai predecessori, incisi in vari studi di registrazione, “Tip of the Sphere” è stato registrato al Figure 8 Studios di Shahzad Ismaily a Brooklyn. Curato tecnicamente da Sam Owens (aka Sam Evian), la nuova opera vede la partecipazione di McCombs (chitarra, voce), Dan Horne (basso), Otto Hauser(batteria) e Frank LoCrasto (piano, organo), più una serie di ospiti. A giovarne è l’immediatezza ed una forza nei brani che prima non si riscontrava.
L’abilità dell’autore sta nel non fare apparire semplici anche brani che di per sè lo sarebbero. La cifra stilistica è quella di muoversi nell’ambito del suono “americana”, ma spaziando in modo cosmopolita tra suggestioni tropicaliste e afro.
Il fatto di aver registrato in poco tempo permette ai brani di possedere un’immediatezza ed un equilibrio tra la sperimentazione e la compassione che aleggiava in passato. I pezzi rock possiedono una forza fino ad ora sconosciuta, le ballate rimangono il punto centrale dell’autore e le esplorazioni sonore sono parecchio audaci.
Un musicista riservato, forse anche introverso, che merita tutta l’attenzione possibile, quella che gli è stata negata fino ad oggi!!!


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