Dopo aver superato un momento di obiettiva difficoltà all’ascolto, devo dire che gli Husker Du mi sono entrati nell’anima e per almeno un lustro erano imprescindibili. Con il Bob Mould solista, a parte i primi anni, non è stata la stessa cosa, l’amore non è mai sbocciato, forse perché preferivo Grant Hart.
“Sunshine Rock” è il quattordicesimo album solista di Bob, senza ombra di dubbio icona e figura di riferimento della cultura alternativa americana. Il nuovo lavoro arriva a due anni di distanza da “Patch The Sky”, pubblicato sempre dalla Merge Records. “Sto cercando di mantenere le cose più luminose in questi giorni: è un modo per rimanere vivi. “Sunshine Rock” è una canzone brillante e ottimista, e una volta che l’ho finita sapevo che sarebbe stata la title track. Ha davvero dato il tono per la direzione dell’album”.
Cosa dobbiamo aspettarci da Mould se non dell’indie-punk e hardcore già sentito migliaia di volte. Lui può essere anche uno degli originali, ma sono ormai trent’anni che propone la stessa formula con la quale tenta di coprire una evidente mancanza di idee e l’affievolirsi continuo della creatività.
Molti brani sembrano fatti alla catena di montaggio, pezzi di noise pop con coretti accattivanti non distanti da ciò che caratterizzava i Dinosaur JR. dopo l’abbandono di Barlow.
Si elevano sugli altri “The final years” con arrangiamento di archi dal sapore eighties e “Lost faith” che mi ha fatto venire in mente gli ultimi R.E.M., non imprescindibili, ma sempre onesti.
L’album si caratterizza per un’atmosfera più rilassata del solito, ma il risultato finale mi sembra in linea con gli ultimi vent’anni di carriera del nostro caro Bob. Se non siete “Hard die” fan lasciate perdere!!!


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