BLOOD SWEAT & TEARS: “Child Is Father To The Man” cover albumIl miglior gruppo di jazz-rock a cavallo tra i sessanta ed i seventies debutta sotto la guida di Al Kooper e si sfiora immediatamente il capolavoro. La miscela vincente della band newyorchese prorompe da una straordinaria sezione fiati e da una ritmica perfetta.

Registrato tra novembre e dicembre del 1967 da Fred Catero e prodotto da John Simon. Coloro che si aspettano di sentire la voce di David Clayton-Thomas nel disco “Child is Father to the Man” dei Blood, Sweat And Tears, rimarranno delusi perché nel primissimo album del gruppo si esibiva l’eccellente Al Kooper.

Kooper è molto più di un cantante: non solo suona il piano e varie altre tastiere, ma ha anche composto quasi tutti i brani e curato gli arrangiamenti degli archi. Pezzi blues come “I Love You More than You Ever Know” e “I Can’t Quit Her”, e la voce di Al sono i veri punti di forza del disco, sebbene l’intero album sia davvero molto gradevole dall’inizio alla fine.

La fusione di pop, musica classica e jazz, resa così popolare negli anni ’60 da gruppi come i Chicago Transit Authority, Colosseum e Soft Machine, è unita dai Blood, Sweat And Tears ad un mix di acid rock e folk tipico di San Francisco. È interessante notare che l’album è diventato disco d’oro dopo l’uscita di “B, S & T 2”, il secondo progetto del gruppo che ha avuto la forza di risvegliare l’interesse del pubblico per la formazione.

Il lavoro si presenta alle nostre orecchie come la cosa migliore data alle stampe da Kooper fino a quel momento, un album in cui trasferisce la fusione folk-blues-rock dei Blues Project in pascoli ancora più ampi, includendo elementi classici e jazz (inclusi archi e fiati), il tutto senza perdere l’essenza pop che fa funzionare l’ibrido.

Questo è uno dei grandi album dell’eclettica post- “Sgt. Pepper” era della fine degli anni ’60, un’epoca in cui si potevano prendere in prestito stili dal folk contemporaneo del Greenwich Village all’acid rock di San Francisco e mescolarli in quella che sembrava avere il potenziale per diventare una nuova forma musicale americana. Il punto di partenza di Al sono pezzi blues, come “I Love You More Than You Ever Know” e “I Can’t Quit Her”, il suo canto è l’obiettivo principale, ma l’LP è una delizia uditiva; ascoltare il modo in cui il basso interagisce con i fiati su “My Days Are Numbered” o l’affascinante arrangiamento e la parte vocale di Steve Katz su “Morning Glory” di Tim Buckley.

Poi Kooper canta “Without Her” di Harry Nilsson su un delicato accompagnamento jazz con flicorno e sassofono contralto di Randy Brecker e Fred Lipsius. Questo è il suono di un gruppo di virtuosi che si divertono nelle nuove possibilità della musica pop. Forse non sarebbe potuto durare; comunque, non è successo.

Ascoltando “Child is Father to the Man” i fan del jazz e del pop scopriranno uno dei migliori e più divertenti album della fine degli anni ’60!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *