RODRIGO AMARANTE – ‘Drama’ cover albumPotreste aver sentito “Tuyo”, la sigla di Amarante del dramma di Netflix “Narcos” (un momento stupendo di musica dal Sudamerica, in grado di caratterizzare la serie TV come fece “Far from Any Road” degli Handsome Family per “True Detectives), o l’album “Little Joy”. Potreste aver notato il suo nome tra i crediti di canzoni di Gal Costa, Norah Jones e Gilberto Gil; o forse lo avete visto suonare dal vivo con la big band di samba brasiliana Orquestra Imperial, o con i rocker di Rio Los Hermanos. Potreste pensare di conoscere già Rodrigo Amarante, ma “Drama”, il suo secondo album da solista, introdurrà un nuovo livello di confusione nel mix.

Nato a Rio de Janeiro nel 1976, Amarante indica due episodi del suo passato che sono direttamente confluiti nelle registrazioni: una malattia infantile che gli fa apprezzare la bellezza della seconda possibilità; e il momento in cui suo padre (con l’assenso riluttante di Rodrigo) gli ha tagliato i lunghi capelli, un tentativo di scaricare dalla testa del giovane tutto il dramma e la sensibilità.

Di lui si nota la voce, arsa al punto giusto, una notevole capacità di scrittura e l’attenzione agli arrangiamenti. Questo nuovo lavoro è di difficile collocazione spazio-temporale, non legato ad alcuna moda imperante. Mi fa ricordare i Calexico e pure Will Oldham, ma anche alcuni musicisti più vicini a lui territorialmente quali Chavela Vargas e Roberto Menescal.

“Drama” ha visto la luce alla fine del 2018 durante una session di Rodrigo insieme alla sua band abituale che vede ‘Lucky’ Paul Taylor alla batteria, Todd Dahlhoff al basso, Andres Renteria alle congas, e Amarante alla chitarra. La scrittura e le registrazioni sono proseguite poi per tutto il 2019, alcune canzoni sono state tirate fuori dal fondo di un cassetto, altre invece sono completamente nuove.

Si capisce immediatamente che il nostro non è derivativo, ha un’idea ben precisa di quello che la sua musica debba essere. Il disco sembra essere un concept di derivazione cinematica, la cui storia è ispirata da una relazione amorosa, dai suoi inizi all’ardere della passione e su fino al disincanto e alla fine. Il suono ha reminiscenze brasiliane, ma anche californiane. Più di tutto è netta l’impressione di essere al cospetto di un musicista dotato di gran talento, difficile da dimenticare, come spesso accade con altri, forse ha impiegato più tempo a rivelarsi completamente, ma ne è valsa la pena.

“I Can’t Wait” é il secondo singolo della raccolta e il simbolo di quanto voglia dirci Rodrigo. Il brano parte con una cascata di melodie di clavicembalo e di una chitarra – un po’inquietante ed inquieta – che vanno successivamente ad aprirsi con l’uso di sintetizzatori e rade sincopi attraverso le quali il cantautore medita su tematiche quali la speranza, la libertà e la necessità.

Bravo davvero, una scoperta che dona quelle sensazioni che forse la lunga frequentazione dell’ambito musicale aveva sotterrato!!!


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