Il chitarrista norvegese Ivar Grydeland (Huntsville e Dans Les Arbres) incontra la geniale ed incondizionata sei corde di uno dei giganti americani. Henry Kaiser ha rivisitato in carriera il Miles Davis elettrico, si è confrontato con le popolazioni indigene ed ha collaborato a tutto tondo con membri della Magic Band di Captain Beefheart ed i maggiori esponenti dell’impro-jazz a cavallo tra ’70 e ’80.
In questa veste sceglie il dialogo, magistrale peraltro, con un musicista nordeuropeo, andando a riscattare dagli anfratti le più atipiche soluzioni applicate alla tecnica del fingerpicking, in uno scenario elettro-acustico di rara intensità. Sembra che abbiano deciso di riscaldarsi per la loro sessione di registrazione mentre guardavano un documentario dell’esplorazione antartica del 1925 di Roald Amundsen, e prima che lo sapessero avevano registrato una colonna sonora completamente improvvisata! A volte l’ispirazione è qualcosa che sopraggiunge scorrendo verso di noi in modo inaspettato.
Un album strumentale che è pura poesia ancestrale.


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