Nato in Georgia da una famiglia di artisti, suo padre era cantante e suo nonno pianista, Victor Wainwright è un uomo dai mille talenti che riesce ad essere allo stesso tempo un ottimo compositore, un attento produttore, un eccellente vocalista ed un talentuoso pianista.
Come suggerisce il titolo del suo ultimo disco, “Victor Wainwright and the Train”, il musicista ha scelto di collaborare con una band il cui nome richiama immediatamente il folclore musicale roots.
Il treno, in effetti, è da sempre parte dell’immaginario sonoro del blues, ma l’ultimo disco di questo instancabile innovatore del boogie-woogie è una vera locomotiva sbuffante che va avanti, che supera ogni barriera di genere, portando con sé suoni freschi che faranno rimanere a bocca aperta anche gli ascoltatori più dubbiosi.
Come dice il testo della canzone “Train”: “Se vuoi ballare il boogie sali su questo treno, prenditi un biglietto o togliti di mezzo…”. Con una carriera all’apice del successo, al suo posto molti artisti si sarebbero seduti sugli allori, ma Victor Wainwright e la sua formazione invece preferiscono rischiare ancora, dimenticare il passato per immergersi in una nuova avventura.
La pubblicazione di casa Ruf propone 12 originali di Wainwright, brani che, in un panorama musicale asfittico che strizza l’occhio alla massa, sono veri innovatori che estendono il concetto di musica roots verso nuove e coraggiose direzioni.
“Victor Wainwright and the Train”, proposto anche in versione cd, è un disco che cammina sul filo del rasoio, in bilico tra rispetto scolastico ed anarchica irriverenza, interpretato da una band di eccellenti musicisti che comprende Wainwright (voce, pianoforte, B3, mellotron, lapsteel, tamburello), Billy Dean (percussioni, voce, mazza da baseball, coltello, campanello della bicicletta), Terrence Grayson (basso, voce), Pat Harrington (chitarra, voce) oltre ad un sacco di ospiti.
L’album è un cocktail musicale in cui è possibile ascoltare la tradizione boogie-woogie di Wainwright in brani come “Healing” e “Boogie Depression”, mentre in “Wiltshire Grave” appaiono suggestioni latine e si arriva anche ad una vellutata psichedelia in “Sunshine”.
L’ultima parola spetta al compositore ed autore: “Se ascoltate i testi, quello che sto veramente dicendo è che dobbiamo salire su questo treno ed andare avanti insieme…”.


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