Sono accadute diverse situazioni nel periodo intercorso tra “Clear shot” pubblicato nel 2016 e l’uscita del nuovo “Happy in the hollow’. Sono stati abbandonati dalla Heavenly e hanno quasi corso il rischio di sciogliersi.
Approdati alla Tough Love per il loro quarto album riescono ancora una volta a sfornare un disco di sicuro interesse. I ragazzi di Brighton si confermano come una delle forze più ancestrali e positive dell’underground britannico. Il loro suono rimane sospeso tra dreampop, psichedelia e krautrock. In questa occasione scompaiono quasi totalmente i profumi shoegaze dei lavori precedenti. Il disco è permeato da un’aura sognante leggermente velata di malinconia. Sono quasi spariti i pezzi incalzanti ritmicamente a parte un paio quali “Energy” con groove krauto e “Jolt awake” con una ritmica pulsante e un suono tagliente ed abrasivo.
La ritmica non è assente, ma fa da contorno ad un mood rilassato in cui le melodie prendono il sopravvento. Le ballate sono il punto di forza dell’opera, mai banali ma piene di una leggerezza come non si riscontrava da tempo. “The willo” rappresenta il massimo splendore con la sua epicità, ma anche i suoni in chiaroscuro e magici di “You make me forget myself” donano a “Happy in the hollow” umori sconosciuti in precedenza.
Altra novità un brano strumentale in gran parte acustico (“Charlie’s house) prima del gran finale con la lisergica “Move through the dark”.
È un lavoro meno d’impatto rispetto al passato, ma si assiste ad un grande sforzo in sede di arrangiamenti, grazie agli intrecci acustico/elettrico delle sei corde e alla loro combinazione con tastiere e ritmica.
Richiede un ascolto attento, ma alla fine se ne uscirà soddisfatti!!!


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