Dopo l’uscita di “Finding Shore” del 2017, che lo ha visto collaborare con Brian Eno, la vita del pianista e cantautore Tom Rogerson è cambiata in modi tumultuosi. Gli anni successivi portarono alla nascita di un bambino, alla perdita di un genitore e ad una diagnosi sconvolgente per quanto riguarda la propria salute. Si è trasferito da Berlino ed è tornato nel Suffolk, un luogo familiare e accogliente che risale alla sua infanzia, e ha iniziato a comporre brani minimi per pianoforte nella chiesa accanto alla casa dei suoi genitori. Il nostro, proprio come Eno, è originario del Suffolk. Ha studiato alla prestigiosa Royal Academy of Music di Londra. Dopo gli studi si è trasferito prima a New York City, dove ha suonato jazz con Reid Anderson, e in seguito a Berlino dove ha fondato i Three Trapped Tigers, combo sopraffino tra math e post-rock in cui canta e suona il piano e le tastiere.
In “Retreat to Bliss”, che funge da album di debutto da solista, i tasti del pianoforte e la sua stessa voce tracciano e trascrivono eventi profondamente personali. Ci si tuffa anche nel passato, come se volesse tornare a tempi più innocenti. I pensieri intimi e privati, una volta entrati nel cuore, vengono fatti uscire attraverso la sua voce, articolando ed esprimendo ciò che uno strumento a volte è incapace di esprimere, provenendo direttamente dalla sua anima come fanno.
Tom si apre, che è un segno di coraggio, e riflette il suo comportamento naturale, così come altre qualità virtuose all’interno della sua musicalità. Quando lo scudo scende, non c’è niente dietro cui nascondersi, e questa nuda vulnerabilità rende il disco ancora più potente. Smaschera anche una forza interiore e una determinazione a essere te stesso. L’autore rilascia ciò che è stato represso, versandolo fuori attraverso il pianoforte, che non è solo un amico familiare, ma un vero toccasana. È da qui che viene l’autenticità della musica; non c’è niente di artificiale in questo.
‘Per tutta la vita il piano è stato il mio compagno costante, il mio confessore, il mio migliore amico e il mio peggior nemico. Ho sempre scritto musica su e per il pianoforte, ma mi sembrava troppo personale, troppo privato per pubblicarlo. Gli ultimi anni hanno portato qualche lotta, qualche gioia e molti cambiamenti. La mia risposta è stata di ritirarmi su ciò di cui mi fido di più: il pianoforte, la mia voce e il paesaggio in cui sono cresciuto’.
Sentito e struggente, lo strumento risuona tra le mura della chiesa, luogo sacro e appartato per la guarigione delle ferite. Tutto si dipana in questo posto. Tutto è slegato. Il ritorno alla casa della sua infanzia è un purificatore, ma una fragilità esiste ancora. Qualcosa è stato ferito e sente il bisogno di tornare indietro, ma anche questo è un lato positivo, poiché le connessioni essenziali vengono ristabilite ancora una volta. Il luogo, il suo sé e la musica sono tutti riportati al centro.
“Retreat to Bliss” è in sintonia con sé stesso, consentendo a Tom di tornare a un tempo più stabile e confortante. È anche una digestione, una pausa riflessiva e un’accettazione degli eventi. È un inno cantato alla sua vera casa, che si trova tanto nella campagna del Suffolk quanto nel suo pianoforte!!!
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