THE ANTLERS: “Green To Gold” cover albumThe Antlers tornano dopo 7 anni di assenza con un disco dal titolo “Green to Gold”, la band di Brooklyn guidata da Peter Silberman ha dato alle stampe il nuovo album che segue lo stupendo “Familiars” uscito nel 2014!

Silberman ha così commentato il nuovo disco: ’La maggior parte delle canzoni di “Green to Gold” sono raccolte da conversazioni con i miei amici e la mia compagna. Penso che il cambiamento di tono sia il risultato dell’invecchiamento. Non ha senso per me cercare di attingere alla stessa energia che avevo dieci o quindici anni fa, perché continuo a crescere come persona, come sono sicuro anche il nostro pubblico. Il lavoro parla di questa idea di cambiamento graduale. Le persone cambiano nel tempo, lottano per accettare il cambiamento in coloro che amano e lottano per cambiare sé stesse. Eppure, nonostante tutte le nostre difficoltà con questo, la natura in qualche modo lo fa sembrare facile’.

Quando Peter ha pubblicato il suo debutto da solista nel 2017, ha provocato una risposta emotiva mista da parte dei fan degli Antlers. Riavere il frontman della band in qualsiasi forma dopo i tre anni di silenzio radiofonico che seguirono l’ambizioso e divisivo “Familiars” era il benvenuto, ma scoprire che la natura sommessa, a malapena, delle sei tracce che compongono “Impermanence” erano per necessità piuttosto che per progetto da cui partire per il futuro del gruppo, a quel punto in serio dubbio.

Con il nostro che ha subito un triplo colpo devastante alla sua salute uditiva sulla scia del ciclo di tour per “Familiars” – acufene, iperacusia e idrope cocleare, ognuno dei quali da solo sarebbe sufficiente a causare seri problemi a un musicista professionista – e alla partenza di Darby Cicci, deve esserci stata una forte tentazione di mettere un freno alle cose. Invece, dopo essersi mossi al proprio ritmo, Peter e Michael Lerner hanno realizzato un primo nuovo album degli Antlers in sette anni, e uno che – cosa cruciale – sembra l’inizio di un nuovo capitolo, piuttosto che la chiusura dell’ultimo.

Sia “Hospice” che “Burst Apart” – il primo operativamente intenso, il secondo vertiginosamente claustrofobico – erano vortici di sentimenti che mettevano gli ascoltatori attraverso il tormento emotivo, ma “Green to Gold” è tagliato da un tessuto notevolmente più tranquillo, un gentile trattato sull’invecchiamento reso con estrema semplicità. Chitarre tranquille e country e bellissime sfumature di ottoni e archi infondono straordinario calore a “Wheels Roll Home” e “It Is What It Is”, mentre la voce appena tranquilla di Peter si adatta al materiale lirico più riflessivo della sua carriera. Il suo inquietante falsetto, un tempo responsabile di alcuni dei momenti emotivi più devastanti dell’indie, è stato alleviato ma non cancellato; la sua voce non ha perso nulla della sua risonanza distinta, punteggiando atmosfere di intima bellezza che derivano dai semplici piaceri della vita quotidiana. Puoi sentire echi del passato in “Volunteer”, ma Silberman sembra più estasiato dalle possibilità del futuro: ‘È impegnativo, esercitarsi a vivere come principianti’, ammette. Poi, come se stesse guardando lentamente qualcosa che si svela, aggiunge con un senso di meraviglia: ‘Ma sta accadendo, è abbagliante.

Il ritorno di The Antlers è una cosa; per loro aver reinventato il proprio linguaggio musicale per adattarlo alle circostanze del protagonista è un’altra cosa. Sono 10 brani, nessuno da scartare, un paio – è vero – un poco soporiferi, ognuno però prezioso all’interno di un mosaico dalla sfumatura particolare!!!


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