È impossibile parlare dell’etichetta Sulatron Records senza ripercorrere l’avventura musicale di Dave Schmidt, il talentuoso ed eclettico polistrumentista che l’ha fondata.
Inizia giovanissimo il viaggio nella musica, infatti nel 1986, a soli diciotto anni, suona le tastiere nel duo elettronico Solaris, che propone performances live tra space e krautrock.
Nel 1994 incontra Hans-Peter Ringholz e forma i Liquid Visions, in cui suona il basso. La loro produzione, quattro album tra il 1998 e il 2004, vira ad uno space rock alla Hawkwind. Schmidt lascerà i Liquid Vision nel 2003.
Nel 1997 l’irrequieto Dave fonda, sempre insieme a Hans-Peter Ringholz e con Claus Bühler, gli Zone Six, progetto parallelo ai Liquid Visions, ma vi si dedicherà assiduamente solo dal 2006. Gli Zone Six Hanno pubblicato cinque album ufficiali e molti live in CD-R in cui si esibiscono in lunghe improvvisazioni lisergiche tra space e kraut. La band non è mai stata sciolta. [Guarda il video]
Nel 2002 esce per la Nasoni Records ‘Dreamer’, primo lavoro a nome Sula Bassana, ovvero l’alias con cui da questo momento Schmidt si firmerà in tutti i suoi lavori da solista. Qui Schmidt si occupa di tutto: composizione, esecuzione e produzione. La psichedelia è in primo piano, ma fanno capolino l’ambient e a tratti il chillout. [Guarda il video]
Tra il 2004 e il 2005 Schmidt collabora con due eminenze della scena kraut teutonica degli anni ’70, Mani Neumeier, l’eclettico batterista fondatore dei Guru Guru e Ax Genrich, il chitarrista. Gli album del trio Neumeier- Genrich – Schmidt sono ‘Psychedelic Monsterjam’ (2004) e ‘The Intergalactic Travel Agency’ (2005), usciti per la Sunhair.
Nel 2006 si trasferisce in Austria e qui fonda la sua etichetta, la Sulatron Records.
Ristampa ‘Dreamer’, il suo primogenito come Sula Bassana, e da questo momento Sulatron diventa l’organo di diffusione principale di tutta la sua produzione.
Solo come Sula Bassana, dal 2002 ad oggi, Schmidt ha pubblicato ben venti titoli. Se è vero che l’attitudine psichedelica anni ’60 è alla base di tutta la sua produzione, è altrettanto vero che non esistono limiti entro cui muoversi, lo space rock, l’ambient, il krautrock e l’elettronica progressiva sono rivisti attraverso il suo personale caleidoscopio sonoro.
‘Shipwrecked’ (2016) è ben rappresentativo di tutte le derive musicali a cui Sula si ispira. [Guarda il video]
Alla fine del 2009 Schmidt, con la sua compagna Komet Lulu (basso e artwork), fonda gli Electric Moon in cui suona chitarra e tastiere. Dopo la defezione del primo batterista Pablo Carneval arriva Marcus Schnitzler, l’attuale batterista. È il progetto che più si dirige verso l’acid-rock, lo space diventa solido e va a lambire lo stoner, come in ‘Inferno’ (2011) [Guarda il video]
L’attitudine revisionista degli Electric Moon è anni ’70 quanto quella di Schmidt/Sula Bassana è anni ’60. È in primo piano l’attività live supportata da immagini, così come di grande importanza è l’artwork di tutti booklet, curati da Komet Lulu con una precisa dedizione iconica verso le copertine dei gruppi progressivi anni ’70.
Nel settembre 2011 Sula e Komet, mai sazi di nuove sfide, insieme a Modulfix (già con Zone Six) e Rainer Neeff (The Pancakes, Zone Six) formano i Krautzone. Lo sguardo volge principalmente al kraut, in particolare agli Amon Düül II di ‘Phallus Dei’ e agli Ash Ra Tempel. Le atmosfere si fanno più rituali ed oscure, e il linguaggio sonoro ha momenti tribali, space e ambient. Hanno pubblicato due album ‘Kosmische Rituale’ (2013) e ‘Spiritual Retreat’ (2015) più ‘The Complete Works’ (2015) doppio cd che include i suddetti titoli più ‘Superkraut’, uscito come split con i Lamp Of The Universe (2014).
I Krautzone, a differenza delle altre creature di Schmidt, non hanno mai performato dal vivo. [Guarda il video]
Parallelamente alla sua intensissima attività di musicista, Schmidt ha portato avanti anche il lavoro della sua etichetta. Vero è che la stragrande maggioranza delle releases della Sulatron vedono il patron anche nelle vesti di musicista, ma troviamo anche altri gruppi molto interessanti che condividono l’ampiezza di vedute/visioni musicali di Schmidt.
Eccellenti i Vibravoid di ‘Minddrugs’ (2011), album che racchiude sei brani molto intensi, basati su ripetizioni ossessive piene di feedback inserite in una forma canzone acida che arriva ai confini della trance. In chiusura una bella versione di ‘Set The Controls For The Heart Of The Sun’ dei Pink Floyd, fedele all’originale ma estremamente dilatata (più di venti minuti a fronte dei dieci scarsi dell’originale) che reitera il tema principale all’infinito, come fosse un mantra.
Anche un gruppo italiano trova posto nelle fila della Sulatron, i Giöbia, band di Milano che calca le scene dalla metà degli anni ’90. Per l’etichetta di Schmidt hanno pubblicato ‘Introducing Night Sound’ (2013) e ‘Magnifier’ (2015). Per loro stessa ammissione, i Giöbia sono affascinati dal versante psichedelico degli anni ’60 e nei loro album troviamo tutti gli elementi che caratterizzano le uscite a marchio Sulatron, quindi kraut, space, stoner ed elettronica a cui un rigenerante bagno psichedelico ha dato nuovi colori.
La notevole omogeneità stilistica che contraddistingue i gruppi Sulatron, che godono tuttavia di una corrispondente ed ampia libertà di movimento trasversale tra i generi, ci riporta alla memoria il modus operandi di grandi etichette del passato che hanno fatto la storia negli ambiti della psichedelia progressiva quali la Brain Record, che pubblicò Cluster e Tangerine Dream, giusto per citare due dei tanti gruppi che in casa Brain hanno costruito e sviluppato in varie direzioni il krautrock negli anni ‘70.
Per continuare il viaggio cosmico nella variopinta Sulatron, consigliamo una visita al sito.
http://www.sulatron.com/xoshop/cms/lng/en/the-sulatron-label.html
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