SHIRLEY COLLINS- “Heart’s Ease” cover albumShirley Collins pubblica un nuovo album, “Heart’s Ease” segue “Lodestar” del 2016, un disco che fu acclamato come miracolo musicale – un incredibile nuovo lavoro da parte di una donna conosciuta come la più grande cantautrice folk inglese che non registrava dischi da 38 anni. Con il nuovo lavoro Shirley propone un album ancora più potente del precedente, avendo riconquistato la sicurezza dopo tutti questi anni di pausa. Registrato al Metway di Brighton, “Heart’s Ease” è originale e coinvolgente tanto quanto i suoi lavori pubblicati negli anni ’60 e ’70. Ci sono brani della tradizione inglese e americana, ma anche molte più canzoni nuove rispetto al passato e c’è anche un pizzico di sperimentazione che mira ad una nuova direzione per il futuro.

Come detto il disco che ci accingiamo a recensire è dovuto alla voglia della Collins di dare un seguito meno incerto rispetto a quello di quattro anni fa. La cantautrice ha ripreso vigore, anche vocale, a tal punto da non credere che sia stata per tanti decenni lontana dal mondo musicale. La rilassatezza è stata fondamentale per la riuscita dell’opera, registrata questa volta presso uno studio professionale, non nella propria abitazione come successo per “Lodestar” a causa del suo nervosismo dovuto al fatto di doversi esibire di fronte a persone sconosciute.

La raccolta è composta da dodici brani, otto della tradizione britannica ed americana, quattro di recente composizione. La prima canzone ad essere stata condivisa è stata il singolo “Wondrous Love”; la sua melodia deriva da una ballata inglese del XVIII secolo sul famigerato capitano di mare William Kidd, che fu impiccato per pirateria nel 1701. Collins sentì per la prima volta l’inno ad una Sacred Harp Convention in Alabama (lei e Alan Lomax lo registrarono durante il loro viaggio di registrazione sul campo nel 1959). Shirley ha deciso di cantarlo ora, ha detto, “perché le canzoni sono memorizzate nella mia testa da molti anni, e improvvisamente sembra il momento giusto per tirarle fuori di nuovo”.

Di grande e stentoreo impatto è l’attacco vocale di “The merry golden tree”, un minuetto antico e soave in cui il banjo sembra fare le veci di un clavicembalo, mentre “Rolling in the dew” è un altro brano in cui la nostra mostra la sicurezza dei tempi migliori e il cantato si fa seguire dalla melodia imposta dal violino e dal calpestio delle nacchere. La sua figura di sacerdotessa della tradizione è perfetta sia che riguardi un pezzo come “Barbara Allen” in cui assume lo stesso spirito dei migranti scozzesi appena giunti nel nuovo continente oppure che si tratti di riprendere il suo passato con “Whitsun dance”, pezzo contenuto nel disco del 1969 in coppia con la sorella Dolly dal titolo “Anthems in Eden”. Ma il valore aggiunto di “Heart’s ease” sono gli autografi ed inediti brani . “Locked in ice” dall’atmosfera raffinata e sospesa grazie alla sei corde che accenna appena gli accordi, pizzicandoli sotto una melodia vocale meditativa e tesa, oppure il finale rappresentato da “Crowlink” che si muove tra drones elettronici e field recordings e la presenza della nostra divenuta un afflato spirituale.

Tanto di cappello di fronte ad una musicista capace ancora oggi di stupirci in positivo dopo tanti anni dall’esordio e che per così tanto tempo è rimasta in disparte nel mondo musicale a noi tanto caro!!!


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