Roscoe Mitchell è senza ombra di dubbio uno dei massimi esponenti del Free Jazz della sua generazione grazie alle sue doti compositive, all’intelligenza nell’improvvisazione degli assoli e alla capacità di esplorare sempre nuove e diverse direzioni musicali.
Nel 1965 fu uno dei fondatori della AACM nella natia Chicago che fu fondamentale per lo sviluppo dell’avant-jazz. Nel 1967 fondò il Roscoe Mitchell Art Ensemble con il contrabbassista Malachi Favors, il trombettista Lester Bowie, il sassofonista Maurice McIntyre e il batterista Philip Wilson, ai quali successivamente si aggiunse Joseph Jarman. Dal 1969 al 1971, durante un soggiorno a Parigi il gruppo cambiò nome e divenne prima Art Ensemble e successivamente Art Ensemble Of Chicago, il cui stupefacente corpo di lavoro è condensato in un gruppo di dischi usciti per la Nessa Records nei titoli The Art Ensemble. Tornato a Chicago nel 1971 Roscoe non ha mai smesso di sviluppare una vasta gamma di progetti come solista e in duetti e dal 1990 si è cimentato anche con la musica classica.
Nel suo nuovo lavoro registrato dal vivo al Chicago Museum Of Contemporary Art ci da un saggio di tutte le direzioni musicali che sviluppò con le sue varie formazioni ristrette. Ci sono brani che attingono alla completa strumentazione percussiva dell’Art Ensemble, quindi un insieme di gong, campane, sonagli e tamburi. Lungo il percorso troviamo contributi eccellenti da parte dei partecipanti, dal lirico basso di Jaribu Shahid su ‘EP 7849’, un dilatato solo del fedele Tani Tabbal su ‘Cards For Drums’, un esteso intervento del trombettista Hugh Ragin sulla title track, atmosfere elettronicamente evocative di Craig Taborn e James Fei su ‘Red Moon In The Sky’, e molta molta potenza nei sassofoni di Mitchell. Ancora sugli scudi il pianista Taborn che nell’iniziale ‘Spatial Aspects Of The Sound’ sfoggia magistrali rintocchi pianistici. La performance si chiude con ‘Odwalla’, il tema composto da Mitchell per l’Art Ensemble in un’orgia strumentale con tanti protagonisti in cui, sembra strano, ma è il silenzio creativo ad avere la meglio sul rumore.
Un disco adatto a chi voglia ascoltare jazz creativo, perché di personaggi di questo calibro in giro ne restano pochi.

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