Per un certo periodo di tempo ho amato visceralmente Ronnie Earl, mi piaceva il suono dei suoi dischi, spesso mi scontravo con appassionati di blues che lo consideravano solamente un buon chitarrista. Non lo ho mai considerato un bluesman, piuttosto un chitarrista che si muoveva con eleganza tra blues, soul e jazz.
Secondo il mio modesto parere ha difficilmente sbagliato un colpo, ma comprendo anche gli appassionati della musica del diavolo che lo trovavano troppo pulito e levigato. Un po’ lo stesso ragionamento che si faceva per Robert Cray.
Il nuovo album, “Beyond the blue door” celebra il trentesimo anno di storia del suo rapporto con i Broadcasters e rappresenta la conferma di quanto sopra affermato. La sua è una carriera senza macchia, ha cambiato all’interno di stili musicali ben definiti. Oggi i Broadcasters vedono la presenza di Dave Limina (piano e hammond b3), Diane Blue (voce), Forrest Padgett (batteria) e Paul Kochanski (basso). A loro si aggiungono alcuni ospiti di prestigio quali Kim Wilson all’armonica, Anthony Geraci al piano e il grande David Bromberg alla voce a alla chitarra acustica nella cover di Dylan “It takes a lot to laugh”. Bromberg compila anche una guida all’ascolto dell’album contenuta all’interno del libretto.
Ascoltate l’assolo di Ronnie in “Down in my own tears” così ricco di sensibilità e con un tocco che ha pochi eguali. Anche in “A soul that’s been abused” non è secondo a nessuno, mentre in “Alexis’song” si supera in un pregevole duetto con il sax tenore di Greg Piccolo.
Il lavoro si apre con un pezzo Motown oriented, “Brand new me”, e sfido chiunque a non essere toccati nel profondo dell’anima. “Why can’t we live together” è un brano che adoro di Timmy Thomas, anche se le versioni di Sade e Stevie Winwood sono più conosciute, e vede una performance vocale da brividi di Diane Blue. Anche “The sweetest man” si fa ricordare grazie ad un travolgente assolo di piano di Limina.
La chiusura è affidata a due composizioni strumentali, “T-Bone stomp” e “Blues for Charlottesville”. La prima è una traccia ammiccante con un ritmo che fa battere il piedino, mentre la seconda è uno slow blues ricco di soul con un amalgama tra i musicisti veramente impressionante.
Ancora una volta le aspettative non sono andate deluse, perché il nostro è un vero appassionato di quello che suona!!!


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