RAY BARRETTO- “La Cuna” cover albumRegistrato nell’agosto del 1979 al Rudy Van Gelder Studio, Englewood Cliffs, NJ, USA e prodotto da Creed Taylor. A Ray Barretto non piaceva che la sua musica fosse classificata come ‘latin jazz’, ma bisogna dire che “La Cuna” è uno dei dischi più riusciti di questo genere, un progetto in cui le due anime americane sono armoniosamente unite.

In questo lavoro l’esperienza del leggendario produttore Creed Taylor si sposa con un ensemble stellare e con la suprema musicalità del percussionista Ray Barretto, qui affiancato nientemeno che da Tito Puente, per dare vita ad un’esibizione caratterizzata da un grande affiatamento tra gli artisti. Come è ben noto Taylor è un personaggio che divide gli ascoltatori, c’è chi lo ama e chi non lo sopporta. Il suo lavoro è stato a volte brillante, mentre in altre occasioni dannoso, il suo peggior difetto è la tendenza a sovraprodurre. In quest’occasione è riuscito a giocare un ruolo positivo, dando un tocco jazz-oriented all’opera. Sono presenti autentici fuoriclasse tra i musicisti, basti citare Joe Farrell al sax e al flauto, John Tropea alla chitarra e Steve Gadd alla batteria.

La traccia d’apertura che dà il titolo all’intero album inizia con un ritmo salsa, ma le imponenti melodie del flauto e le potenti improvvisazioni al pianoforte smorzano il calore caraibico. La straordinaria capacità dei musicisti di mescolare schemi base e melodie delicate con uno splendido canto del sassofono è dimostrata in “Doloroso” e “Mambotango”, pezzo, quest’ultimo, che trasuda una controllata freddezza attraverso un’atmosfera in qualche modo elettronica. John Tropea sembra intenzionalmente richiamare lo stile alla chitarra di Santana con il quale arricchisce la già fenomenale esecuzione di Joe Farrell.

Il team di Barretto rende inoltre omaggio a Stevie Wonder, proponendo una versione accelerata di “Pastime Paradise” (che fu ripresa dal rapper Coolio nella sua versione dal titolo “Gangsta’s paradise” del 1994).

Ray potrà odiare il termine ‘jazz latino’, ma non commettere errori: “La cuna” è uno dei suoi contributi memorabili a quel genere.

In conclusione: se non si tratta di latin jazz, allora sicuramente è latin e jazz.


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