MODEST MOUSE – ‘The Golden Casket’ cover albumSe si parla di Modest Mouse, i seguaci sono sicuramente d’accordo sul fatto che le loro opere migliori risalgano all’inizio della loro carriera. È pensiero comune che la produzione più trasandata e caustica, dalla fine degli anni ’90 all’inizio degli anni 2000, della band di Washington, abbia creato musica più carismatica rispetto ai loro album più puliti e più ricchi di pezzi facili da memorizzare degli ultimi due decenni. È un argomento persistente e testardo, che tende a circondare qualsiasi gruppo che esiste da tempo come i Modest Mouse.

Mentre quell’era ormai lontana ha prodotto un innegabile splendore, l’output del gruppo è stato anche considerevolmente più ruvido intorno ai bordi e meno emotivamente aperto. Quando scandagliavano le profondità – come in, ad esempio, “Dramamine” o “Edit the Sad Parts” – il tono non era tanto riflessivo o malinconico, ma piuttosto torbido e pessimista. Quelle sono belle canzoni, ma ci sono voluti alcuni album al leader della band, Isaac Brock, per capire come utilizzare correttamente le sfumature e l’estro per esprimere le ricche profondità delle emozioni che scorrevano nelle sue vene.

Questo cambiamento nel tono è stato sicuramente causato anche dal differente stile di vita di Brock. È stato aperto sulle sue lotte con la dipendenza – meglio spiegato in “The Good Times Are Killing Me” del 2003 – e nel corso degli anni ha affrontato questioni legali, autolesionismo e morte accidentale del fratello adottivo. Ne ha passate tante, il che rende l’argomento che ha prodotto il suo miglior lavoro durante quei giorni bui.

“The Golden Casket” trova Isaac in uno spazio di testa più chiaro e ottimista che mai. È un album vivace, realizzato da un musicista evidentemente contento della vita e del suo posto nel mondo. Titoli come “We’re Lucky” e “The Sun Hasn’t Left” incarnano questa prospettiva gentile e calma, così come il comportamento tranquillo, quasi meditativo del leader. Non è strettamente un ottimista, ma è consapevole delle complessità della vita (vedi la frase ‘Fare piani nella sabbia mentre le maree si alzano’ di “Wooden Soldiers”). È in pace all’interno di un universo turbolento (prestate attenzione al mantra di “We Are Between” ‘da qualche parte tra la polvere e le stelle’).

Se in passato la sua poesia esistenzialista si è concentrata sul cosmo, sul mondo naturale e su personaggi stravaganti, in questo nuovo lavoro, in particolare in alcuni brani, il nostro è impegnato a gettare lo sguardo alla propria vita, in particolare nel dolcissimo “Lace Your Shoes”. Un’immaginazione sincera del futuro dei propri figli, fa pieno uso di immagini vibranti ed eclettiche al servizio di una ballata gentile e commovente. Laddove usa spesso il pronome ‘noi’ nei suoi testi, Brock adopera deliberatamente e frequentemente il termine ‘io’ – il che è molto significativo.

Altri punti salienti includono il singolo principale, “We Are Between”, la nervosa “Never Fuck a Spider on the Fly” e il lussureggiante ed espansivo pezzo conclusivo, “Back to the Middle”. Una traccia profondamente malinconica e vibrante, i testi della canzone su ‘i cieli’ e ‘lavorare a maglia per te’ sono la quintessenza di Isaac Brock, che trasmette brillantemente tutte le sue ossessioni in un brano sincero e avvincente. Passando da uno straordinario riff di arpeggio a batterie e chitarre massimaliste, non vorresti mai che finisca.

È un’altra uscita meravigliosa e piena di sentimento di una delle rock band più singolari dell’ultimo quarto di secolo e cancella completamente la retrograda idea che i musicisti richiedano paesaggi di testa torturati per creare un’arte ricca e avvincente!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *