Lee Bains III proviene dall’Alabama, stato del sud degli Stati Uniti che ha appena approvato una legge che considera fuori dalla legalità la quasi totalità delle interruzioni di gravidanza. Lee è sempre stato un baluardo di resistenza artistica e culturale, per cui, anche in questa occasione non fa mancare la sua idea di opposizione al sistema dominato da un parlamento composto in maggioranza da omofobi, misogini, razzisti e suprematisti.
Ispirati da un suono scarno e duro e dalle radici nel punk, Lee Bains e soci hanno saputo sperimentare e fondere la loro energia con il roots-rock del sud degli USA e con una vena indie-pop (presente soprattutto nel secondo disco) che li rende una band versatile e dedita ai classici ma anche a passo coi tempi. In questa uscita live non si risparmiano né ci fanno mancare energia illimitata, elettricità in dosi da cavallo e una visione del R’n’R fatta di ribellione e rabbia che non lascia tregua all’ascoltatore, basta ascoltare “The weeds downtown” in cui le chitarre fanno fuoco e fiamme oppure “The Kadzu and the concrete” una cavalcata a rotta di collo che ha il tiro dei migliori Social Distortion e ancora “Flags!” splendida commistione di garage-punk e soul sudista con la sei corde in continua distorsione. Sono l’espressione di un paese diverso, progressista e capace di donare un’espressività reale che contrasta con quello che sta accadendo oltreoceano da qualche anno a questa parte. il suono cucito per questi pezzi è sporco e crudo, cerca le dissonanze più che le melodie ed armonie.
Forse, rispetto ai propri ispiratori, rintracciabili tra Husker Du, Clash tra i classici e Against Me! tra le cose più attuali, manca una visione del tempo ed un afflato universale meno legato alle circostanze del qui e subito. Se così fosse risulterebbero più comprensibili l’attacco frontale di “I can change!”, la violenza che colpisce i nostri sensi di “Good old boy” e il debordante R’n’B del brano finale “Dirt track”.
Al di la di tutto è apprezzabile che ci siano ancora musicisti che combattono il tentativo di una svolta autoritaria e che mina le libertà individuali attraverso l’essenza del rock’n’roll, che nacque proprio per essere rivoluzionaria e contro il sistema!!!


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