Sono trascorsi ben sei anni dall’ultimo pubblicato Constellation, “The Big Mango”, che andava a chiudere una trilogia inauguratasi nel 2009 con il debutto “Against The Day”. Difficile spendere poche parole su Sam Shalabi, tale il contributo di questo musicista, improvvisatore e compositore alla causa dell’underground nordamericano. Land Of Kush è una vera e propria orchestra e collettore di talenti, da qui hanno transitato membri di Jerusalem In My Heart, Godspeed You Black Emperor e A Silver Mt. Zion, a dimostrazione di un legame indissolubile con la scena di Montreal.
“Sand Enigma” ripropone toni ambiziosi, giocando con composizioni da camera elettrificate, rimescolamenti etno-punk ed una spinta rock naturalmente d’avanguardia. Quello che salta immediatamente all’orecchio è un suono meticcio che richiama melodie arabe in un contesto fortemente jazzato, contaminato dal noise e dall’elettronica. A volte viene sfiorato il free (“Aha”, “Damyat 1331”, “Safe space”, “Broken maqamas”), a volte sembra che tutto sia possibile e si incontrano momenti dal climax melanconico e rilassato che esplodono in furiosi pieni strumentali (“Bone mass I, II, III”).
Nel percorso che il disco ci propone si incontrano anche le voci, tutte sorprendentemente dai toni piacevoli: Maria Kuraki, Katie Moore, ma la preferita risulta essere Elizabeth Anka Vajagic con il suo timbro più ruvido. Ci lasciamo coinvolgere con passione da Nadah El Shazly nei pezzi “”Ana”, “Trema” e “Dol”.
Sam Shalabi ha saputo ancora una volta alzare la posta con una musica a tratti ostica, a volte struggente, che impiega un numero impressionante di linguaggi che interagiscono in strutture sia scritte che libere. Questo è il fascino che ci lascia in eredità questo lavoro da gustare nota per nota!!!


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