Non mi pare vero, ma sono trascorsi ben dieci anni dall’ultima presenza di Isobel sul mercato discografico. A pensarci bene un decennio è uno spazio temporale immenso in campo musicale. Era il 2010, il disco si intitolava “Hawk” ed era il capitolo finale della trilogia che la vedeva protagonista con Mark Lanegan, se consideriamo un album solista lo stacco temporale si dilata ulteriormente a quattordici anni, nel 2006.
Membro fondatore dei Belle & Sebastian, band istituzione nel panorama indie-rock, Isobel Campbell intraprende la strada solista nel 1999 con il nome di The Gentle Waves, con il quale pubblica due album dream-folk, ai quali fanno seguito altri due dischi, pubblicati con il proprio nome. Tra gli eventi accaduti durante questo lasso di tempo c’è da considerare anche il matrimonio con il produttore Chris Szczech, il trasferimento da Glasgow a Los Angeles e, last but not least, la firma con un’etichetta che ha poi chiuso, facendole perdere anni di lavoro. Il titolo si ispira ad un antico saluto Maya un omaggio alle nuove pratiche meditative intraprese dalla Campbell per ridurre lo stress.
Tutto il tempo intercorso non ha però lasciato alcun segno, anche perché la musica della Campbell è sempre stata anni luce distante dalle mode passeggere, per cui siamo di fronte ad una raccolta che riluce al di la del tempo e delle tendenze modaiole. Il disco attraversa svariate sfumature sonore, dalla bossa nova a beat elettronici, dal country al dream-folk, un inno alla sua rinnovata capacità di comporre ottimi brani, in una nuova atmosfera di pace e serenità interiore.
Il mood si muove tra canzoni minimaliste e sospese e brani più mossi ed elettrici, ma di fondo sempre pop per un’atmosfera onirica in cui si fondono il pop da camera, quello barocco e quello degli anni sessanta, il folk e l’Americana. Le melodie sono ammalianti e capaci di rapire i nostri sensi, portate da una voce morbida e adolescenziale.
Notevole anche la maturità raggiunta in sede di scrittura, ora perfetta sintesi delle precedenti esperienze discografiche, in cui appaiono anche spezie gospel e una psichedelia gentile.
“There Is No Other” è stato registrato e prodotto a Los Angeles da Chris Szczech e lei stessa. Speriamo, visto il risultato, di non dover attendere così tanto tempo per il suo successore!!!


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