Gang Starr è senza dubbio uno dei più rispettati, apprezzati e influenti gruppi nella scena Hip Hop. DJ Premier e Guru hanno dato vita ad un catalogo musicale che ha resistito alla prova del tempo.
Questo perché i nostri non si sono limitati a seguire i trend, ma li hanno creati. Dopo “The Ownerz”, del 2003, Premier e Guru decisero di intraprendere ciascuno un percorso solista.
In questo periodo i fan non hanno mai smesso di sperare in un nuovo album di Gang Starr. Dopo la tragica scomparsa di Guru nel 2010 la speranza sembrava essere definitivamente svanita.
La sola persona che rifiutò di gettare la spugna fu DJ Premier. “Non ho mai perso la speranza o dubitato. Io lo sentivo ancora dentro di me, è solo successo 9 anni dopo (la morte di Guru)”, ha commentato Premier.
Il passato è il prologo. Nel settembre 2017 DJ Premier ha intrapreso un viaggio in via di realizzazione da anni. Lo ha intrapreso con lo spirito di Guru indubbiamente presente in studio con lui. Non solo in forma intangibile, ma anche in forma fisica, dal momento che l’urna contenente le sue ceneri era collocata proprio sopra la production console.
La voce di Guru, impeccabile come sempre, improvvisamente risuonava nello studio ed era come se fosse stato resuscitato. “One of the Best Yet” è molte cose. Sì, è il primo album di Gang Starr in sedici anni ed è un avvenimento storico che va celebrato e di cui gioire, ma significa ben più di questo. Questa nuova uscita cementifica ulteriormente l’eredità di Gang Starr.
Questo lavoro non solo riporta ai fondamentali contributi passati del duo alla scena musicale, ma ne riafferma l’innegabile impatto in prospettiva moderna.
Com’era lecito aspettarsi, l’album non sviluppa un racconto che lo renda, fino in fondo, solido. Le tematiche sparse affrontate da Guru nei nastri maneggiati da Premier, d’altronde, rendevano in partenza impraticabile la ricerca di un fil rouge. Sedici brani, tra cui un paio di interlude di troppo in memoriam. Amici di vecchia data venuti a rendere omaggio (M.O.P. nella tuonante “Lights Out”, Jeru The Damaja nel boom-bap di “From A Distance”, Big Shug e Freddie Foxxx nella tesa “Take Flight”) giovani leve alla corte del Maestro (J. Cole nel singolo “Family And Loyalty”, in cui i citati diamanti non sono gioielli ma parole destinate ad accrescere la ricchezza di un genere che più di tanti altri si identifica in una “cultura” e con la “parola”). Dunque, una sequela di brani gradevoli, nessuno di troppo. Ciò che lega, amalgama e porta a casa il risultato è il mestiere di DJ Premier.
Basi strumentali eccellenti, talvolta violente, talvolta dolci, con violini e percussioni a farla da padrone come da tradizione. E’ hip hop che suona anacronistico.
Per una volta accettiamolo così come è, perchè è un doveroso omaggio ad un grande!!!


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