Indie rock band formata a Westlake Village, in California, nel 2005, da Jonathan Rado e Sam France, e cresciuta con l’ossessione per i Brian Jonestown Massacre, i Foxygen si sono fatti conoscere per un misto di soft rock, glam e psichedelia.
La loro musica è altamente citazionista, ma mi piace, mi fa star bene, forse perché mi riporta ad un momento musicale in cui ogni ascolto sembrava un capolavoro, quando ascoltavo con il cuore e non con la testa.
Questo nuovo disco è annunciato come il lavoro dell’addio, dalle droghe, dalle feste, dalla gioventù, dai Tour, forse, addirittura, un abbandono della scena musicale. Ancora una volta la loro miscela di soul bianco ed adult-rock riesce comunque a piacere e bisogna aggiungere che hanno ispirato diversi gruppi che hanno ottenuto un riconoscimento maggiore quali Whitney e Lemon Twigs. I brani si muovono con agilità tra la new-wave (“Mona”), la synth-ballad del brano omonimo, addirittura il blues-rock che richiama alla mente i Rolling Stones (“Work”) e “Livin’ a lie” mi fa ricordare quanto mi piaccia Elvis Costello.
I testi sono incentrati su loro stessi e sono di una vacuità che forse è la ragione per cui hanno deciso di chiudere con questo album. Credono che la loro proposta sia stata fallimentare, ma nonostante tutto ci piacciono!!!


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